Recensione: Evil Star

Di Filippo Benedetto - 20 Maggio 2004 - 0:00
Evil Star
Band: Wolf
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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83

Gli svedesi Wolf sono una promettente metal band con all’attivo tre albums(per leggere la recensione del secondo album andate qui ). L’ultimo di questi, “EvilStar”, disco qui oggetto di recensione, segna per il combo svedese un evidente salto di qualità. Se la precedente prova discografica aveva destato particolare interesse di critica e consensi, quest’ultimo platter ne conferma e consolida la fama. “Evil Star” presenta un heavy metal molto debitore nei confronti della cosiddetta NWOBHM (in particolare potremmo citare gli Iron Maiden) con in più qualche riferimento ai cliché tipici dello speed metal. La copertina del disco è molto diretta, quasi scarna, presentando il moniker della band in bella vita sotto uno sfondo scuro. Di sicuro il gruppo con questa front cover voleva colpire l’eventuale ascoltatore con l’essenzialità del proprio essere una metal band.

Apre il disco la title track, brano potente e dinamico. Il riffing è aggressivo e dà modo alle vocals di inquadrare il brano lungo linee melodiche “graffianti”. Colpisce subito la capacità di ogni membro della band di arricchire il pezzo di piccoli accorgimenti in sede di arrangiamento, costruendo una song di grande impatto ma pur sempre articolata nello sviluppo. Infatti oltre alle atmosfere di più diretta presa sull’ascoltatore, assistiamo a cambi di tempo che dipingono atmosfere di più melodica sostanza. Passando alla seguente “American Storm”  la band concentra le proprie energie nell’esecuzione di un brano articolato secondo la sapiente miscela di tipici break melodici di matrice old school e sterzate speed molto convincenti. Non manca di stupire per precisione ritmica “The Avenger”, brano nel quale la band macina riffs aggressivi sostenuti da una sezione ritmica dinamica, potente che, specialmente nelle parti più cadenzate, compatta la forza d’urto del sound. Anche in questo pezzo si nota, con piacere dell’ascoltatore, la capacità del combo di non fossilizzarsi su di una sola soluzione melodica.
“Wolf’s blood” invece è un brano dove le chitarre eseguono un riffing più ragionato, mentre il drumming cadenzato ma non eccessivamente pesante sostiene dinamicamente l’impalcatura fondamentale del brano. Le vocals qui si fanno più sofferte, incrementando la “riflessività” del tema fondamentale della traccia.
Dopo la parentesi di “Transylvanian Twilight”, track interamente strumentale che rimanda in maniera molto evidente ai cliché più classici della NWOBHM, il combo  svedese nella successiva “Devil Moon”,  dimostra notevoli doti in sede di songwriting,  sviluppando la song lungo un riffing prima “caldo” e pesante, poi più intricato ma sempre di buona presa sull’ascoltatore.  Proseguendo con “Out of the still midnight” l’ascoltatore può comodamente convincersi della maturità compositiva ormai consolidata della band. Infatti il riffing, qui, si fa tagliente e diretto. L’approccio compositivo del gruppo vira verso uno speed metal ricercato e di buona fattura. La seguente “the Dark” approfondisce il discorso precedentemente intrapreso, ma declinandolo in maniera diversa grazie ad un riffing più pesante e sostenuto da un drumming meno veloce ma sempre efficace. La penultima song, “Black Wing Rider”, si avvale di un riffing articolato e pregevolmente curato grazie al sempre collaudato lavoro di intrecci chitarristici che sembra contraddistinguere la band. Come per il resto dei brani, anche in questo pezzo gli Wolf alternano la ruvida potenza heavy a momenti di più melodico impatto, senza però sacrificare la forza d’urto del complesso della track. 
In chiusura troviamo la gradita cover di “Don’t fear the reaper”, famoso brano dei grandi Blue Oyster Cult, qui riproposta fedelmente e arrangiata con gusto. Si nota con piacere che la band svolge l’esecuzione di questa canzone cercando di non stravolgerne la struttura e riuscendo ad assimilarne il grande impatto melodico sull’ascoltatore. Il risultato delizia e chiude in bellezza l’album.
Nel disco sono comprese due bonus tracks decisamente interessanti, di cui tengo a sottolineare in particolare la cover di “Die by the sword” degli Slayer. L’esecuzione qui è svolta secondo la personalità della band ed è da rilevare che il combo riesce discretamente nell’impresa di proporre la forza e la potenza del brano però da un punto di vista personale, senza cedere alla tentazione di clonare il sound originario del brano.
Confido che gli Wolf faranno nuovamente “centro” nei cuori di nuovi metallers con questa loro nuova fatica, che non esito a definire tra le più interessanti di quest’anno. Sono sicuro che tra qualche anno, quando l’ascolto di questo disco sarà maturato e più “consapevole”, “Evil Star” non smetterà di entusiasmarvi.

Tracklist:

01.Evil Star
02.American Storm
03.The Avenger
04.Wolf’s Blood
05.Transylvanian Twilight
06.Devil Moon
07.Out Of Still Midnight
08.The Dark
09.Black Wing Rider
10.(Don’t Fear) The Reaper
Bonus Tracks:
11.Die By The Sword
12.I’m Not Afraid Of Life

Line Up:

Nick Olsson – vocals & guitar
Mike Goding – bass
Dale – Drums
Johannes Losbäck – guitar

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