Recensione: Evil’s Back
Marco Mengoni, Erik Grönwall ed Oliver Weers. Professione: cantanti.
Tre nomi apparentemente pescati a caso e dall’accostamento bizzarro, eppure con qualcosa di parecchio indicativo in comune. Tutti e tre i sopraccitati artisti, hanno, infatti, ottenuto notorietà nei rispettivi paesi d’origine grazie alla partecipazione al locale programma dedicato alla scoperta di nuovi talenti canori. Il celebre e famigerato X-Factor per intenderci che, apparecchiato in differenti formule (“Idol” in Svezia, “Got Talent” negli USA), non manca di sfornare ogni anno ardimentosi mestieranti del microfono, di belle speranze ma, purtroppo, talvolta pure di dubbia sostanza.
Sul perché il buon Mengoni sia capitato proprio a noi, non potrà forse offrire lumi nemmeno un celebre comico specializzato sull’argomento. Fatto sta che, dopo aver visto assumere il giovanissimo Erik Grönwall nelle fila degli straordinari H.e.a.t. orfani di Kenny Leckremo, è toccato costatare come, anche nella piccola Danimarca, esistano musicisti in grado d’emergere televisivamente, pur privilegiando – in luogo di miagolii e svenevoli melensaggini – un onesto e deciso approccio al ruvido e poco commerciale hard rock.
La storia insomma, di Oliver Weers, grintoso singer protagonista nel 2007 dell’ X Factor danese (ma non vincitore ufficiale, a dispetto di quanto riportato da più parti), divenuto poi, grazie a qualità concrete e consistenti, nome affermato in patria e di qualche interesse nel circuito internazionale H/R, in virtù di numerose collaborazioni illustri (Tommy Aldrige e Marco Mendoza per metterne sul piatto due di “peso”) e di un profilo artistico effettivamente di buon livello.
“Evil’s Back” è già il secondo album realizzato dal frontman nordico (seguito di “Get Ready” del 2009) e si presenta come una gradevole scoperta, soprattutto per chi, come il sottoscritto, ha avuto il piacere di conoscere Weers per la prima volta proprio con questo recentissimo full length.
Heavy rock potente e melodico, dal taglio notevolmente contemporaneo per scelta di suoni ed atmosfere, accompagnato da una voce calda, profonda ed espressiva. Brani scorrevoli e benedetti da performance strumentali esemplari (molto bravo il giovane chitarrista Laki Ragazas): ingredienti di valore, per un complesso che nella visione generale evidenzia un lavoro omogeneo e piuttosto ispirato, attuale nella concezione, seppur ben radicato in ambiti classicamente rock.
Un paragone immediato e spontaneo, potrebbe chiamare in causa il vecchio Ozzy e le sue ultime release, ammantate di toni ed ambientazioni moderne. In effetti, la prospettiva può per certi versi risultare azzeccata, in quanto affine ad un certo modo di elaborare armonie corpose e dalla robusta facilità d’ascolto, in bilico tra sensazioni dal vago e lontano sentore futurista.
Un rifferama spesso e quadrato, avvolge le buone linee melodiche di tracce quali “Evil’s Back”, “All My Life” e “Fighting The Mountains”, canzoni che, a modo loro, ben rappresentano il peculiare songwriting di cui è caratterizzato il disco, alimentato da un sottofondo a tratti “oscuro” e roboante, che si rischiara in ritornelli aperti e di pronta memorizzazione.
Il meglio però, si propone nella vigorosa ed energica dimensione offerta da “Hero”, “Need it Bad”, “Much Too Much” e “Devil’s Chain”, brani veloci, dalle armonie scintillanti e cromate in cui la voce di Weers, davvero superlativa, comanda e spadroneggia incontrastata una sorta di gagliardo ed esuberante hard rock da “ventunesimo secolo”. Nickelback ed Alter Bridge, non sono poi così lontani, per quanto, l’imprinting classico di Snakes e Dio sia simultaneamente abbastanza percepibile.
Corde vocali inoltre, che si apprezzano non solo nelle parti “sparate” e tonanti, ma che impressioni altrettanto buone, suscitano in ambiti soffusi e rarefatti, come ben testimoniato dalla morbida ballad “Beautiful Rain”.
Aggiungendo una piccola nota di rammarico personale, dovuta alla pessima qualità del promo propostoci dalla label (un vero florilegio di molesti fruscii e rumori di sottofondo, quasi il cd fosse volutamente masterizzato a 48x), occorre dunque sottolineare ancora una volta la bontà di un prodotto fornito di molti punti di merito. Ottimi suoni (ove apprezzabili, al riparo da grossolani difetti d’incisione), profilo strumentale ineccepibile, songwriting per nulla dozzinale. Ma oltre ogni altro aspetto, una voce di primissima qualità, persino sorprendente nella padronanza e nell’autorevolezza mostrata. Finalmente un nome nuovo, pronto ad entrare nel ristretto ed elitario novero dei top singer Hard Rock.
Scoperta interessante.
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Tracklist:
01. Intro
02. Evils Back
03. All My Life
04. Without You
05. Hero
06. Need it Bad
07. Beautiful Rain
08. Much too Much
09. Fighting the Mountains
10. Devils Chain
11. Demolition Man
12. Rainbow Star
Line up:
Oliver Weers – Voce
Laki Ragazas – Chitarre
Anders Bo – Chitarre
Morten Hellborn – Batteria
Anders Borre – Basso