Recensione: Evolution
Conoscevo i Pissing Razors più che altro di nome, e purtroppo al promo non è stata allegata alcuna biografia, quindi non posso avere molte altre informazioni su di loro: ma mi pareva di ricordarli come una death metal band con influenze thrash, mentre lo stile che mi si presenta con questo Evolution è purtroppo un qualcosa di molto simile a dei Fear Factory/Machine Head mischiati a certe pericolose tentazioni nu tipiche di molte bands statunitensi.
Il che in sè ovviamente non costituirebbe un problema, se non fosse per il fatto che i Pissing Razors, almeno a giudicare dalla discografia che presentano sul loro sito web, non sono certo dei newcomers, ma si piazzano con questo album su binari ben tracciati negli anni da altri gruppi, senza spostarsi di una virgola da determinati canoni e con un album che, oltre all’impersonalità, presenta anche un bel deficit per quanto riguarda la qualità dei pezzi. Evolution è infatti un calderone di influenze moderniste e suona decisamente pacchiano: questo almeno per noi europei, abituati a sentire gruppi cose decisamente più classiche o in ogni caso evoluzioni che non strizzino così pesantemente l’occhio alle charts, cosa tra l’altro abbastanza improponibile per questa band.
Skippando qua e là tra le tracce dopo un paio di ascolti attenti emergono infatti particolari deprimenti, come il cantato tra il melodico ed il rappato su Takedown, Two face Devil o Fall Away, i riffoni di chitarra alla Dimebag Darrel ed una sezione ritmica talmente derivativa da farmi oscillare con la memoria tra gli svedesi Meshuggah (sulle parti migliori) ed i Korn più commerciabili…
Il tutto mescolato con non troppa classe e proposto in una veste grafica abbastanza scarna: insomma, una summa di già sentito e scarsi punti d’interesse. La band avrebbe dalla sua anche qualche punto a favore, come certe intuizioni valide su pezzi come la prima No Way Out, ma è davvero troppo poco per ricordarsi di loro dopo qualche ascolto: Evolution rischia di essere il classico disco sperduto nel mare del mercato metal mondiale, non segnalandosi per nulla di particolarmente efficace, e viste le capacità tecniche del gruppo (indubbie) questo sarebbe davvero un peccato; ma a questo punto preferisco di gran lunga bands come i danesi Mnemic, ancor più ruffiani ma di qualità enormemente superiore, se vogliamo restare in sonorità simili.
Un peccato: la Spitfire Records non dimostra grande intuito artistico con questa release, ma neanche commerciale, dato che non so a chi potrebbe interessare un ibrido di questa pasta; i Pissing Razors sono una band da non bocciare definitivamente, per il momento, ma da rimandare ad altri albums che si sperano decisamente migliori.
Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli
Tracklist:
1. No Way Out
2. Fall Away
3. Hanging On The Cross
4. Evolution
5. Perseverance
6. The Threshold
7. Takedown
8. Two Face Devil
9. Replace The Day
10.Evolucion