Recensione: Evolution
La carriera musicale di Gabriele Bellini, chitarrista proveniente dai dintorni di Pistoia, è legata a doppio filo agli Hyaena, gruppo heavy metal toscano salito alla ribalta sul finire degli anni ottanta, con i quali pubblica un full length e un paio di ep. Successivamente a una comparsata con i power metallers Shining Fury (con i quali tuttavia non incide alcun disco), il guitar hero italiano inizia a dedicarsi all’attività solista, pubblicando nel 2006 il primo disco intitolato P.A.S.E. A distanza di un anno circa dall’uscita di De Revolutionibus Orbium Celestium, secondo album dell’axeman tricolore, vede ora la luce il terzo lavoro solista di Gabriele Bellini intitolato Evolution e pubblicato nel corso del 2009 dall’italica Lost Sound.
Assolutamente vario (forse pure troppo) sia dal punto di vista dei contenuti (le coordinate stilistiche a cui rimane ancorato questo lavoro vanno dall’heavy al progressive, passando per vari spunti di musica classica, etnica, jazz e ambient) sia per quanto riguarda l’approccio alla musica, questo Evolution si rivela essere un lavoro particolarmente eclettico e dalle influenze piuttosto disparate. Ad accompagnare Gabriele Bellini in questo lavoro troviamo i fidati Adriano Tognarini alla batteria e Jonathan Cencini al basso, già membri della Gabriele Bellini Band, che costituiscono una sezione ritmica decisamente solida e sempre precisa. Da segnalare inoltre la partecipazione di numerosi ospiti al microfono, nelle sporadiche parti cantate e parlate del disco. Quindici sono le tracce che compongono questo Evolution, per una durata complessiva che non supera i sessanta minuti. Album estremamente sperimentale (basti pensare al concept che si cela dietro questa uscita, un viaggio fantastico nel mondo onirico), questo lavoro mette da parte i classici virtuosismi chitarristici e le solite scale intricate a beneficio di una quasi esasperante ricerca sonora, nel quale le numerose influenze vengono mescolate e combinate tra di loro in modo da dare alla luce composizioni estremamente originali e mai banali. Brani che molto spesso abbandonano la classica struttura canzone (sentire ad esempio l’iniziale The Jump Off, dominata da un tapping ossessivo, oppure la seguente martellante X Time) per lasciare spazio a sfuriate istintive, decisamente frammentarie e nel quale la melodia viene praticamente relegata a un mero elemento di contorno. Non che manchino certo gli episodi meno ostici e un po’ più canonici (ma non troppo): basti sentire la breve World Breath (Reprise), dove la linea di chitarra si inserisce in un tappeto costituito da leggere orchestrazioni, oppure la più tirata Mystical Dread (prima parte di una mini suite che include anche la pessima Quel che Vedo e l’orientaleggiante Mysticality) che dopo un’introduzione abbastanza lenta e particolare sfocia in un più movimentato e vivace. Ma nonostante questo è impossibile negare il fatto che ci si trovi davanti a un disco assolutamente complesso e che richiede un buon numero di ascolti per poter essere assimilato completamente, soprattutto per via della proposta musicale assolutamente non lineare, con poche melodie d’impatto, e decisamente eterogeneo.
Quindi, che altro aggiungere? Questo Evolution si rivela essere un disco estremamente sperimentale, decisamente eterogeneo e abbastanza ostico da metabolizzare. Servono infatti numerosi ascolti per poter apprezzare in pieno questo lavoro, piuttosto anomalo nel genere, dove le solite scale iperveloci vengono abbandonate (o perlomeno limitate) in favore di pezzi più frammentari ma non certo meno complessi. Da aggiungere inoltre il fatto che tutti i brani qui presenti si attestano su livelli qualitativi più che buoni (a parte la già citata Quel che Vedo, rovinata da un cantato abbastanza fastidioso), supportati poi da una produzione (curata dallo stesso Bellini) ottima sotto ogni punto di vista. Insomma, un lavoro davvero riuscito per Gabriele Bellini, un chitarrista sicuramente da tenere a mente per il futuro.
Lorenzo “KaiHansen85” Bacega
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Tracklist:
01. The Jump Off
02. X Time
03. Polyphemus A.E.
04. Alive from the Future Show
05. Primitive
06. World Breath “Reprise”
07. Mystical Dread
08. Quel che Vedo
09. Mysticality
10. The Essence
11. L’Equilibrio
12. Lunamatrix Park
13. Collectivity
14. Tele-Vision
15. Harmonicus
Lineup:
Gabriele Bellini – Guitars
Jonathan Cencini – Bass
Adriano Tognarini – Drums