Recensione: Evolution

Di Marco Donè - 8 Maggio 2016 - 1:59
Evolution
Etichetta:
Genere: Progressive 
Anno: 2016
Nazione:
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70

Tornano sulle scene con un nuovo album i Dream Of Illusion, band veneta originaria da Legnago in provincia di Verona. Son passati ben cinque anni dall’esordio, quel Decadence che aveva messo in mostra una formazione dotata di ottime capacità tecniche e già in grado di comporre canzoni convincenti e ben strutturate, un album interessante che presentava però qualche piccola ingenuità, cosa inevitabile in ogni giovane act alla propria opera prima. Con il debutto il quintetto veronese sembrava dovesse ancora trovare la propria dimensione, risultando in continuo bilico tra generi come l’heavy più melodico, il power e il prog, donando al disco un sapore il cui retrogusto metteva in luce una mancanza di compattezza, di uniformità. Chiudendo però un occhio su queste ingenuità, Decadence risultava il frutto di una compagine con solide basi, in grado di far ben sperare in previsione futura.

 

Il ritorno in pista dei veneti si intitola Evolution e ascoltando il disco ci si rende conto di come la scelta di tale titolo sia tutt’altro che casuale, come se i Dream Of Illusion, attraverso una semplice parola, volessero riassumere questi cinque lunghi anni di attesa. Inserendo il full length nello stereo, infatti, balza immediatamente all’attenzione l’evoluzione artistica attuata dal quintetto di Legnago, una formazione che sembra aver finalmente compreso quale sentiero percorrere, mettendo in mostra un songwriting maturo e vincente.

 

Se volessimo provare a catalogare i Dream Of Illusion targati 2016 dovremmo ricorrere al termine prog, anche se durante l’ascolto di Evolution incontreremo spesso elementi djent e modern metal, senza dimenticare la componente hard rock presente nelle vocals dell’ex Arthemis Francesco Valentini, uno dei punti di forza della band veronese che in più di qualche frangente, sia per timbrica che per la scelta di alcune linee vocali, riporta alla mente un certo Michele Luppi.

 

La nuova fatica dei Dream Of Illusion ruota attorno alle interessanti trame chitarristiche della coppia De Fanti/Giarola, in grado di combinare con classe e buon gusto parti cariche di groove a fraseggi più melodici ed eleganti. I due chitarristi sono ben supportati da una sezione ritmica precisa e mai banale in cui spicca il lavoro svolto dall’ex Hollow Haze Fabio Perini alle pelli. Il batterista, entrato in formazione nel 2012, si rivela una sorta di valore aggiunto, riuscendo a donare la giusta dinamica alle canzoni e inserendo interessanti accenti che vanno a valorizzare ed enfatizzare il lavoro delle chitarre. Su questo tappeto sonoro si staglia la voce di Valentini, singer dotato di un’ottima tecnica e in grado di fare la differenza grazie alla capacità di tracciare ritornelli che si stampano in testa già al primo ascolto, realizzando il non facile compito di far letteralmente decollare ogni canzone. Ritornelli caldi, le cui melodie e armonizzazioni sembrano figlie dirette di un certo AOR. Tutte caratteristiche che incontriamo già a partire da Regret, prima vera traccia dopo l’intro posto in apertura di disco. Sebbene una volta ultimato l’ascolto dell’album la canzone risulti una delle meno ispirate del lotto, la scelta di porla come opening track di questo secondo platter è quantomai azzeccata, in quanto riesce a colpire e a creare curiosità nell’ascoltatore, agendo come una sorta di biglietto da visita. Come un motore elettrico che viene acceso e raggiunge un po’ alla volta il regime del numero di giri, Evolution migliora la propria qualità progressivamente, arrivando a sfoggiare i propri pezzi migliori nella parte centrale. Canzoni convincenti dall’inizio alla fine che rispondono al titolo di Venom, Light Has Gone – traccia in cui tutto ruota alla perfezione e a detta di chi scrive risulta la migliore del disco – per poi continuare su ottimi livelli raggiungendo nuovi picchi con Welcome To New World e la bella semiballad The Eyes Enclose. Stiamo arrivando alla fine di Evolution, siamo quindi pronti a ruotare l’interruttore in posizione off, aspettando che i giri diminuiscano fino al definitivo blocco del rotore. Ecco, Gathering Shape, canzone posta in chiusura di disco, può essere descritta proprio con questa sorta di paragone, non riuscendo a presentare lo stesso grado di ispirazione delle tracce che l’hanno preceduta. Nel finale presenta inoltre un passaggio chitarristico in cui l’influenza Dream Theater è più che evidente, smarrendo momentaneamente quella personalità che ha fin qui contraddistinto il secondo capitolo del quintetto veronese.

 

Cos’altro dire su Evolution? Va sicuramente segnalata la scelta dei Dream Of Illusion di non puntare sugli assoli di chitarra, optando a valorizzare e dare maggiore importanza agli arrangiamenti e ai fraseggi. Scelta coraggiosa, ma che si dimostrerà vincente. E di difetti, ce ne sono? Beh, come detto in fase di analisi, Evolution presenta due facce: una estremamente convincente, l’altra caratterizzata da alcune canzoni leggermente meno ispirate, ben strutturate e suonate, sia chiaro, ma prive di quel qualcosa in più che possiamo invece trovare, in particolare, nella fase centrale del disco. Inoltre, mastering e produzione potevano essere curati in modo migliore. Certo, il risultato finale non è assolutamente da cestinare, anzi, solo che in alcuni frangenti le chitarre risultano particolarmente sacrificate, in altri la voce è troppo in primo piano. Va inoltre perfezionato l’inglese. Difetti, se così possiamo chiamarli, probabilmente di poco conto, ma che comunque andranno ad incidere abbassando di qualche punticino il numero che vedete in basso a destra.

 

Fa inoltre piacere notare come dall’Italia continuino a uscire realtà dotate di personalità. Sì, perché questo è il più grande pregio messo in mostra dai Dream Of Illusion con Evolution. Trovata la propria dimensione, compreso quale fosse il sentiero che ne avrebbe caratterizzato il percorso artistico, il quintetto di Legnago mette in mostra una proposta al passo con i tempi, forse non originalissima ma sicuramente personale. Compone canzoni in cui il marchio Dream Of Illusion risulta ben riconoscibile, e scusate se è poco. Non rimane che augurarvi buon ascolto, Evolution non deluderà.

 

Marco Donè

 

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