Recensione: Executioner

Di Federico Mahmoud - 29 Marzo 2009 - 0:00
Executioner
Etichetta: Nuclear Blast
Genere: Thrash 
Anno: 2009
Nazione:
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75

Spreading the disease.

La thrashmania dilaga. Dieci anni fa raccoglievamo i cocci del nostro giocattolo preferito, oggi l’invasione è reale. Chi l’avrebbe mai detto? In fondo è una ruota che gira. La vecchia guardia è scesa in campo, fiancheggiata da un’orda di reclute scalpitanti; fiutato l’affare, le case discografiche hanno siglato contratti a destra e a manca, riportando il thrash metal sulle pagine dei giornali. Tra le new entry più accreditate figura Mantic Ritual, già Meltdown, formazione della Pennsylvania in attività dal 2005. Originari di Pittsburgh, debuttano nel 2007 con un CD auto-prodotto (Executioner) che fa rizzare le antenne ai vertici della Nuclear Blast. L’agognato deal con l’etichetta di Donzdorf spalanca le porte degli Stage One Studios, previo cambio di monicker per questioni legali. La mano di Andy Classen tira a lucido il gruppo, che ri-registra il debutto e s’imbarca in un tour promozionale di spalla a Destruction.

Sulle orme di Violator, Fueled By Fire, Evile e decine di alfieri retro-thrash, il nome nuovo è Mantic Ritual. Executioner non inventa, ma reinterpreta i canoni del genere con immutata ferocia. One By One, in apertura, ha i requisiti per soddisfare i fanatici di Bay Area: rifferama palpitante, assoli al fulmicotone, cambi di tempo… un retaggio degli esordi speed metal di Exodus e Megadeth. I déjà-vu si sprecano, ma fa parte del gioco. La title-track saccheggia deliberatamente il repertorio di Death Angel. Black Tar Sin, tour de force da oltre sette minuti, mescola la tipica foga slayeriana alla claustrofobia di Agent Orange. Double the Blood è sputata ai Metallica della prima ora (cfr. Motorbreath) e la lista potrebbe continuare. Al netto di un songwriting manifestamente derivativo, si vuole premiare quell’ardore genuino, quella fame che eleva Mantic Ritual dalla pletora di cloni. I veterani si guardino le spalle: Next Attack, i raid chitarristici di Panic, Thrashatonement suonano come dichiarazioni di guerra; tanto basta per preferire i Nostri a una genìa di senatori in età pensionabile, che ha smarrito gli occhi della tigre. Nel marasma di brani spiccano, infine, il prolungato Souls (episodio più cerebrale della media) e una divertente cover di Blackout, potenziata a dovere.

Le matricole di Pittsburgh hanno fatto centro. Chiamateli epigoni o imitatori che dir si voglia, la sostanza non cambia: Executioner è un debutto convincente, a tratti irresistibile, penalizzato soltanto da una durata eccessiva. C’è lo zampino di Andy Classen (vecchia volpe del thrash europeo, con un passato in Holy Moses), ma il gruppo ha dimostrato di avere personalità e rabbia da vendere, oltre che mezzi tecnici di prim’ordine. Un solo comandamento: bang your head!

Federico Mahmoud

Tracklist
01 One By One
02 Executioner
03 Black Tar Sin
04 Death And Destruction
05 Murdered to Death
06 Souls
07 Panic
08 Double the Blood
09 Blackout (Scorpions)
10 Thrashatonement
11 By The Cemetery
12 Next Attack

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