Recensione: Exhibit A – Live In Europe
Tempo di live album per Marty Friedman. A un ventennio di distanza dal debutto in grande stile “Dragon’s Kiss” il guitar-hero americano decide di colmare una lacuna nella propria discografia pubblicando la prima testimonianza ufficiale del suo operato dal vivo. In attesa del nuovo disco da studio, ecco dunque sugli scaffali un “Exhibit A – Live In Europe”, complementare al recente DVD “Exhibit B – Live In Japan”, in tutto e per tutto all’altezza del nome in copertina. Sempre invariata la line-up , leggermente ridimensionata la tracklist, il disco regala un’oretta abbondante di ottima musica strumentale, oltre all’ennesimo saggio dello straordinario feeling tra Marty e il palcoscenico.
La scaletta attinge da tutta la discografia del Friedman solista, con la sola eccezione di “True Obsessions”, con un buon equilibrio fra pezzi d’impatto e aperture melodiche maggiormente distese. Inizio mozzafiato all’insegna dei brani più tirati, con gli esplosivi cavalli di battaglia di “Loudspeaker”, “Elixir” e “Street Demons” , a far la parte del leone. I toni si placano progressivamente nella sezione centrali, lasciando spazio alle digressioni ritmico/melodiche di una dilatata “Stigmata *Addition” e alla placida accoppiata “Tibet”/“Angel”, direttamente dall’ottimo (e spesso sottovalutato) “Scenes”. Finale in salita, prima con la scoppiettante “Cheer Girl Rampage” che apre all’irrinunciabile “Thunder’s March”, poi con il breve ma gustoso inedito “Ballad Of The Barbie Bandits”. Chiusura a sorpresa con una chicca che lasciamo siano le parole dello stesso Marty a presentare:
“One more thing to say. As a great philosopher once said…
YOU AIN’T NOTHING BUT A HOUND DOG!”
Con un eufemismo si può dire che lo straclassico di Elvis tiri giù pareti, soffitto e tutto quel che si trova a portata della chitarra dell’axeman statunitense – un autentico terremoto che rappresenta la sintesi perfetta fra la strabordante energia del rockabilly e l’irrefrenabile potenza dell’heavy metal.
C’è poco da fare: quando ci si chiama Marty Friedman è veramente difficile commettere un passo falso. E quanti non abbiano mai digerito la deriva melodica dell’ex-Megadeth non sanno che cosa si perdono. Sta di fatto che l’acquisto del CD in questione – peraltro impeccabile dal punto di vista della qualità audio – è pressoché obbligatorio per tutti i fan di Friedman e fortemente consigliato anche ai curiosi dell’ultima ora. Di fronte a presazioni di questo calibro ogni ulteriore speculazione sulla tecnica passa in secondo piano: ciò che trovere in questo disco non è definibile se non come pura, semplice energia. Rock on!
Riccardo Angelini
Tracklist:
1. Theme from Namida (Tears)
2. Elixir
3. Anvils (Celluloid Revenge Ending)
4. Gimme a Dose
5. Street Demon
6. It’s the Unreal Thing
7. Fuel Injection Stingray
8. Stigmata*Addiction
9. Tibet
10. Angel
11. Paradise Express
12. Ripped
13. Cheer Girl Rampage
14. Thunder March
15. Ballad of the Barbie Bandits
16. Hound Dog