Recensione: Exhibit B: The Human Condition

Di Nicola Furlan - 18 Maggio 2010 - 0:00
Exhibit B: The Human Condition
Band: Exodus
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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88

Per quanto inverosimile possa essere, la storia degli Exodus sembra quasi un film. Questi ragazzi per anni se ne sono stati sempre seduti in qualche pub fuori da location che poco hanno reso giustizia alla qualità del loro operato. Della formazione originale sono rimasti solo Tom Hunting e Gary Holt. Potrà sembrare lapidaria come affermazione ma, con grande probabilità, tra i musicisti professionisti che contano, solo loro hanno colto i primitivi vagiti del thrash metal californiano, quello che dava segni ideologici ancor prima che uscissero gli originari capolavori di Slayer e Metallica. Sapete perché? Perché, con molta probabilità, furono proprio Hunting, Holt e il compianto Baloff, primo cantante degli Exodus, a stimolare le nuove esigenze della giovane generazione ribelle del tempo. Esigenze di una musica che corresse più veloce di tutte quelle concepite fino a quel momento, anche più dei movimenti speed metal metal (da cui il thrash prese vita) che prendevano piede con fermezza sul suolo statunitense prima, ed europeo poi; esigenze dettate dalla necessità di urlare in faccia al mondo il malessere sociale e la sete di giustizia.
Riconosciamo per una volta che questa è una band che ha fatto la storia e che nel corso degli anni ha raccolto pochissimo rispetto quanto seminato.

Dal 1980 al 1992 seguì poi una produzione discografica di buon livello, nulla da eccepire a riguardo: due capolavori intitolati “Bonded by Blood” (1985) e “Impact Is Imminent” (1990), un disco così così come “Force of Habit” (1992), altri buoni lavori e poi il nulla. Come la maggior parte delle realtà bay area, anche gli Exodus hanno dovuto abbandonare le scena a capo chino senza di fatto poter assaporare il bacchetto degli Dei a cui sedevano ormai da qualche anno i vari Metallica, Slayer e Testament. Calò il sipario. Il thrash stava ormai lasciando il passo al post-thrash e al death metal floridiano. Inesorabile e ingloriosa fine? Direi proprio di no. La storia ha concesso a tutti una nuova chance e gli Exodus non se la sono lasciata scappare. Nel 2004 esce “Tempo of the Damned”: un successo! Un anno dopo deflagra sulla scena la macchina schiaccia-ossa “Shovel Headed Kill Machine” seguito a ruota da “The Atrocity Exhibition… Exhibit A” del 2007. Il nuovo corso di Gary Holt e soci è quanto di meglio si potesse prevedere, certifica la piena forma dei musicisti interessati e ci propone, ancora una volta, un thrash metal all”avanguardia’ se rapportato alla maggior parte delle attuali produzioni del genere, troppo spesso sovrapponibili alle produzioni classiche del tempo che fu. Mentre molti si rifanno al già sentito (e stra-sentito) thrash metal classico, la band di San Francisco concentra l’assodato modus-componendi in riffing violentissimi, taglienti e in grado di emettere una potenza che non si percepiva da tempo. E se già siete rimasti soddisfatti dai tre inediti precedenti, allora non esitate a correre in negozio e ad acquistare “Exhibit B: The Human Condition”.

Il decimo sigillo della discografia è uno dei capitoli più riusciti dell’intera loro storia. Dodici brani contraddistinti da un’attitudine impulsiva, genuina ed endemica vi delizieranno il palato come da tempo non accadeva. Le sostenute ritmiche che individualizzano l’incedere grintoso e agguerrito di “Exhibit B: The Human Condition” sono costantemente rese accattivanti dalle melodie partorite dalle sei corde dell’ispirato duo Gary Holt/Lee Altus. Non credo d’andar molto lontano dal reale se affermo che questo è un album di raffinato thrash-core impreziosito da ottime soluzioni melodiche e sostenuto da muri di suono invalicabili. A tali ritmiche sono spesso addizionati momenti più groovy in grado di concedere quel briciolo di respiro all’ascoltatore, pronto così per la sfuriata successiva. Tali melodie hanno il grande pregio di rievocare i sound che hanno reso rinomato e immortale il sound della bay area. Ebbene sì, questo disco suona ‘bay area’ come nessun altro ascoltato di recente: questa è l’eredità più preziosa che la band potesse metter in mano ai propri fan, in particolare a coloro che non hanno mai smesso di pensare che gli Exodus fossero una realtà davvero sottovalutata. E non mancano nemmeno i soli, certificazione di qualità di ogni disco thrash metal che si rispetti. Ascoltando brani come The Ballad Of Leonard And Charles, Nanking, Democide si comprende quanta attitudine abbiano preservato i nostri nel corso degli anni, oltre a riconoscere quanto possano ancora regalarci, quanta veemenza e voglia di far bene dimori nell’animo del quintetto statunitense.
Infine, un tocco di classe è la presenza in veste di ospite da parte di Peter Tagtgren (Hypocrisy, Pain, Bloodbath, Malevolent Creation) per le backing vocals su un’altra punta di diamante come The Sun Is My Destroyer. Tutti, nessuno escluso, sono autori di prestazioni sopra le righe. E, sebbene non sia mai stato un grandissimo estimatore di Rob Dukes, non posso che constatare come tale timbrica si sposi alla perfezione con il songwriting di “Exhibit B: The Human Condition”. Anche la produzione risulta azzeccata; diversamente non poteva essere se si considera che tale, lavoro è stati affidato al talentuoso produttore ed ingegnere del suono Andy Sneap, la cui firma, tra gli altri, è presente su dischi di gruppi come Cathedral, Kreator, Accept, Benediction, Megadeth, Blaze Bayley, Machine Head.

Avendo coscienza della storia, tutto sembra chiaro: il thrash metal rinasce con questi grandi album grazie al contributo quasi insperato che gruppi come gli Exodus riescono ancora a metter in atto. “Exhibit B: The Human Condition” testimonia la rinascita del vero thrash metal, quello di qualità nonché il vincente ritorno sulla scena, già certificato da band quali Overkill, Heathen, Megadeth, Kreator e naturalmente Exodus, maestri redivivi e determinati come non mai.

Nicola Furlan

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Tracklist:

01. The Ballad Of Leonard And Charles
02. Beyond The Pale
03. Hammer And Life
04. Class Dismissed (A Hate Primer)
05. Downfall
06. March Of The Sycophants
07. Nanking
08. Burn, Hollywood, Burn
09. Democide
10. The Sun Is My Destroyer
11. A Perpetual State Of Indifference
12. Good Riddance

Formazione:

Rob Dukes – Vocals
Gary Holt – Guitars
Lee Altus – Guitars
Jack Gibson – Bass
Tom Hunting – Drums

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