Recensione: Exiled To The Surface

Di Andrea Bacigalupo - 5 Novembre 2022 - 17:17
Exiled To The Surface
Band: Traitor
Genere: Thrash 
Anno: 2022
Nazione:
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80

Exiled To The Surface’ è il nuovo album dei tedeschi Traitor, disponibile da luglio di quest’anno via Violent Creek Records.

Segue ‘Decade of Revival’ del 2019, raccolta celebrativa dei loro primi dieci anni di attività, comprendente una selezione di brani live e quattro inediti.

All’epoca, la validità di questi ultimi aveva generato una qual certa aspettativa per il futuro, che non è stata delusa.

Exiled To The Surface’, pur non facendo urlare al miracolo, è un bel disco di energico Thrash Metal Germanico radicato nella Vecchia Scuola, con riferimento, essenzialmente, a quella che è stata la seconda ondata rappresentata da Assassin, Exumer, Darkness, Paradox, Vendetta, tra i tanti.

Nella realtà, non ha l’istinto primordiale di un ‘The Upcoming Terror’ o di un ‘Possessed by Fire’, ad esempio. E’, però, un po’ come il fabbro esperto che arroventa il ferro fino a farlo diventare incandescente e poi, dopo averlo lavorato, lo raffredda in fretta per temprarlo: c’è parecchia attenzione nell’incrociare i riff con la melodia (in particolare durante gli assoli) per creare variabilità, ma il tasso di potenza ed aggressività non viene mai meno, con tiri frantumaossa sparati a raffica uno dietro l’altro e con giusto un paio di pezzi dall’andatura più controllata (’66 Exeter Street’, ‘Careless Whisper’) per far tirare un po’ il fiato.

Per il resto, nessun compromesso, ‘Exiled To The Surface’ è Thrash genuino come lo conosciamo e come vogliamo che sia, bellicoso e diretto, cantato con un’irascibile voce al vetriolo che comunica tutta la sua rabbia ed un raffinato lavoro di chitarra compatto e tagliente che colpisce alla nuca.

Non c’è novità, ma la solfa è sempre quella: se nelle vene ti scorrono piastrine dalla forma che ricorda i loghi di Sodom, Kreator e Destruction l’originalità non sta tra le tue priorità. Quel che importa è portare avanti il movimento da loro iniziato.

Questo non vuol dire che non c’è personalità: i Traitor hanno i loro tratti distintivi che gli consentono di emergere.

Ultime due parole sulla cover della sopra citata ‘Careless Whisper’ (non credevate fosse lei, vero?), il famoso brano pop che a metà anni ’80 usciva anche dalle docce, con il seducente faccione di George Michael che ti seguiva ovunque e che, ancora oggi, rappresenta una cultura musicale diametralmente opposta alla nostra (contro la quale non si ha nulla, beninteso).

Il rischio di fare una ‘belinata’ (‘cazzata’ per i non liguri) nel proporlo in chiave Thrash è parecchio alto, ma i Traitor ne escono bene, trasformando la linea sentimentale adolescenziale in sofferenza (che è sempre una forma di rabbia) per un testo non banale che parla di tradimento, della fine di un rapporto e del volersi arrendere per questo. Altro che romantico, il pezzo diventa durissimo, pur se sempre riconoscibile, con la linea musicale più vicina alla realtà del contenuto. Bel lavoro, a mio parere (e che assolo, peccato che sfuma!!!).

Interessante anche la nuova versione di ‘Teutonic Storm’ (da ‘Venomizer’ del 2015), che evidenzia i passi in avanti fatti dal combo e parecchio incandescente il finale con ‘Decade of Revival (Traitor Part. IV)’.

Concludiamo: ‘Exiled To The Surface’ mostra una band in crescita, compatta ed affiatata, soprattutto, per dirla con poche parole, è un bel disco che merita di essere ascoltato. Continuiamo a seguire i Traitor: ci daranno delle soddisfazioni.

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Band: Traitor
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