Recensione: Existence Is Futile

Di Daniele D'Adamo - 27 Gennaio 2010 - 0:00
Existence Is Futile
Band: Revocation
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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79

Nel campo del metal estremo, ma non solo, sin dai primi anni ’80 le formazioni composte da tre soli elementi hanno più o meno proposto soluzioni sostanzialmente scarne dal punto di vista musicale (Motörhead, Venom, Sodom, Destruction, …).
I tempi son cambiati ed ora anche gli act ridotti all’osso sono in grado di rifinire il prodotto finale in punta di cesello come gli statunitensi Revocation, che con “Existence Is Futile” incidono il loro secondo full-length di una carriera che ha avuto origine nel 2006.
Non è solo la finitura ad esser pregiata: anche la parte grezza, di base, è una complicata e moderna mescolanza di death, thrash ed heavy; shekerata per bene con scaglie di elementi extra metal.

Non sono quindi bislacche alcune definizioni che potrebbero ben appiopparsi alla suddetta fattura: tecnical death, math death et similia. Preferisco però per semplicità lasciar perdere tali sottigliezze e rimandare il tutto al generico insieme del death, rappresentante ormai la corrente prevalente se non dominante del metal.

Impeccabile la preparazione tecnica dei tre ragazzi di Boston: le partiture complesse e dissonanti della chitarra di David Davidson si srotolano sulla complicata ragnatela ritmica tessuta da Anthony Buda al basso e Phil Dubois-Coyne alla batteria. Lo stesso Davidson si dimostra abile anche in veste di cantante, offrendo un’interpretazione che non spinge eccessivamente sul growl o sullo scream, per questo riuscendo a modulare le varie strofe che compongono le canzoni.
I dodici scalini delle scale cromatiche vengono percorsi in modo apparentemente caotico, soprattutto se si tiene fede ai primi ascolti; tuttavia, alla fine, si riesce a trovare il bandolo della matassa e quindi ad apprezzare appieno il particolare stile di scrittura dei Nostri.
In fase di songwriting, per l’appunto, credo non sia facile focalizzare la linea che disegni il modo di pensare unico ed irripetibile di un musicista o di un gruppo, e ciò soprattutto quando ci si cimenta con un genere ostico ed evoluto.

I Revocation ci riescono: bravi!

Quindi Existence Is Futile è rappresentativo di un approccio al metal completo, maturo e personale; coerente con se stesso in tutti i brani.
Tanto per non sfatare il mito che esige l’incipit strumentale, l’album apre le danze con “Enter the Hall”, dal piglio heavy.
Forse è stato solo uno stratagemma per scaldare i muscoli: “Pestilence Reigns” mostra infatti senza pietà la bravura a 360° del gruppo. Lasciando da parte le elucubrazioni in merito alla tecnica, la canzone azzecca un riffing sciolto e melodico che si stampa al volo nella memoria, se non altro per contrasto alle dissonanze ed agli accidenti ritmici sparsi qua e là.
“Deathonomics” rimanda subito al thrash primigenio (Slayer), anche se poi se ne va per conto suo nel crossover.
Con la title-track si toccano punte di parossismo sonoro, forgiate a caldo dai blast-beats di Dubois-Coyne, anche se permangono fisse le coordinate stilistiche più sopra specificate.
Quasi interminabili i soli di chitarra, sostenuti spesso e volentieri soltanto dal basso. Alla lunga – esclusi quelli di “Across Forests and Fjords” e “Leviathan Awaits” che sono piacevoli ed armonici – possono annoiare.
Si susseguono quindi le varie “The Brain Scramblers” (il cui riff fa venire in mente i Voivod …), snella ed articolata; “ReaniManiac”, aggressiva e potente; “Dismantle the Dictator”, cacofonica e veloce.
Sino ad arrivare a “Tragedy of Modern Ages”, che chiude egregiamente il lavoro riassumendone i tratti somatici.

Se si esamina Existence Is Futile ai raggi X non si trovano patologie che ne minino il robusto stato di salute. La proposta è fresca, attuale e ricca di interessanti contaminazioni.
Rimane un dubbio non da poco: il metal è nato come genere “ignorante”. Non è che alla fine lo si snaturi troppo, facendogli prendere la laurea?

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Track-list:
1. Enter the Hall 2:27
2. Pestilence Reigns 4:33
3. Deathonomics 3:42
4. Existence Is Futile 4:50
5. The Brain Scramblers 3:11
6. Across Forests and Fjords 4:16
7. ReaniManiac 3:18
8. Dismantle the Dictator 3:57
9. Anthem of the Betrayed 5:16
10. Leviathan Awaits 4:48
11. Tragedy of Modern Ages 7:03

Line-up:
Anthony Buda – Bass, Vocals
Phil Dubois-Coyne – Drums
David Davidson – Guitar, Vocals

 

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