Recensione: Exordium
Gli After Forever giungono alla pubblicazione di questo mini cd dopo un lungo periodo di maturazione che ha condotto la band olandese attraverso cambiamenti di line-up e una netta rielaborazione del proprio stile, fino a giungere a un sound inedito, ormai divergente rispetto al primo lavoro del gruppo, “Prison of desire”, e solo parzialmente debitore a quanto suonato e composto sul secondo “Decipher”. Il titolo di questo lavoro, “Exordium”, rappresenta proprio questa volontà di rigenerazione artistica rispetto all passato recente della band, questi concetti vengono esposti con grande sincerità in un lunga lettera indirizzata ai loro supporter riportata nella prima pagina del booklet, lettera di cui ogni ascoltatore degli After Forever dovrebbe prendere atto. Descrivere l’attuale corso artistico dei nostri olandesi è qualcosa di decisamente difficile, ma credo di poter azzardare una modesta definizione. Sinceramente del gothic metal a cui siamo soliti associare il nome degli After Forever rimangono solo atmosfere generiche, un diffuso modo oscuro posto alla base degli arrangiamenti ma poco più di questo. Il gruppo si getta senza ripensamenti in strutture compositive di grande valenza tecnica che appartengono di diritto al mondo del progressive metal mantenedo comunque un approccio oscuro e seducente che ricorda in senso generico il pasato della band. Le nuove canzoni sono estremamente elaborate, ambiziose sotto il profilo compositivo e in qualche caso vagamente eccentriche dimostrando una decisa volontà di evoluzione posta alla base di questo platter. Quasi del tutto abbandonate le linee vocali maschili in growling, gli After Forever scoprono la versatilità della voce di Floor Jansen chiamata ad interpretare un cantato vibrante e convincente, assolutamente lontano rispetto alle parti eteree e angeliche affidatele in passato.
Il lavoro viene introdotto da “Line of thought” un breve strumentale che mostra già alcune caratteristiche sonore interessanti, come un uso potente e elaborato delle chitarre ritmiche. La successiva “Beneath” poggia su una architettura propriamente progressiva, ottima la strofa dal forte impatto ritmico che conduce a un ritornello molto convincente e raffinato, mi pare che gli After Forever si siano allineati alla direzione scelta dagli Evergrey durante le registrazioni di “In search of truth”, un disco a mio avviso perfetto. Il gusto minore di “My choice” richiama atmosfere oscure tipiche della band ma anche in questo caso i nostri olandesi scelgono un arrangiamento sensibilmente distaccato da quanto suonato in ambito gothic, il brano è in bilico tra refrain crescenti e ottimi spunti sinfonici dal gran gusto compositivo. Solo con “Glorifying means” posso dire di aver ritrovato gli After Forever di “Decipher”, ritroviamo le linee vocali in growling nella strofa ma mi pare che l’ossatura generale della canzone poggi comunque su una ricerca sonora vicina la progressive più raffinato e ambizioso. A conferma del desiderio di ampliare la portata dei loro orizzonti il gruppo decide di inserire la cover del classico “The evil that men do” e pure in questo caso i nostri si dimostrano all’altezza della scelta. Ottima la Jansen che non tenta di emulare lo stile di Dickinson a favore di un cantato vibrante e personale, molto convincente. La conclusiva “One day I’ll fly away” è incentrata su strutture complesse e arrangiamenti decisamente progressivi, anche in questo caso la band non perde il suo oscuro mood ancestrale, ma non si potrebbe in nessun caso catalogare questo brano come una gothic song in senso stretto.
Alcuni di voi protrebbero chiedersi se sia ancora legittimo definire gothic il sound di questi olandesi, sicuramente affiancato al termine che trovate sotto il titolo della recensione bisognerebbe aggiungere la parola “prog”. Sinceramente non credo di aver mai sentito gli After Forever suonare musica così convincente e raffinata, posso solo augurarmi che la direzione intrapresa con questo “Exordium” continui a essere esplorata nelle future produzione della band olandese. A voi consiglio di ascoltare con molta attenzione quanto inciso su questo platter senza porvi preconcetti di sorta o aspettarvi una mera continuazione del sound dei dischi passati.
Tracklist:
1. Line Of Thoughts
2. Beneath
3. My Choice
4. Glorifying Means
5. The Evil That Men Do
6. One Day I’ll Fly Away