Recensione: Extrema Putrefactio
Dalla calda e solare Sicilia arrivano i gelidi e oscuri I Will Kill You, fautori – come da loro stessi precisato – di un genere chiamato ‘extreme obscure metal’. Cioè, per avere un’idea più immediata, di quello che è universalmente noto come ‘blackened death metal’. Death intriso nel black prima della forgiatura finale, insomma, allo scopo di turbare il sonno dei giusti con morbosi e orridi incubi.
Gli I Will Kill You nascono nel 2010 per mano di L.M. e, da lì a poco danno alle stampe “Plastination” (2011), prima di assestare definitivamente la formazione e lavorare sul materiale che avrebbe dato la forma ad “Extrema Putrefactio”, debut-album uscito a fine aprile scorso per conto dell’attivissima label finlandese Inverse Records.
Più di una volta, nel metal estremo, l’isola mediterranea ha generato ensemble dotati di una forte personalità e di uno stile lontano dai soliti cliché. Basti citare gente come Schizo, Inchiuvatu e Throne Of Molok, ad esempio, per prendere atto di una naturale predisposizione dei siculi a sviluppare in sé la propria idea musicale, senza curarsi poi molto del Resto del Mondo. Quasi che la loro provenienza geografica sia davvero indicativa di un isolamento forzato dovuto ai confini esclusivamente marini.
Ovviamente così non è, soprattutto nel terzo millennio, ma questa concezione… romantica in merito all’anima che muove le formazioni della Trinacria trova comunque un’ulteriore conferma proprio negli I Will Kill You. Che, allineandosi alle altre formazioni più su citate, propongono un death metal atipico, sicuramente in linea coi tempi per quanto riguarda esecuzione tecnica e produzione sonora, ma dannatamente marcio e corrotto sì da far venire in mente i primi act che, alla fine degli anni ’80, diedero l’impulso per transitare dal thrash al death passando per il black. Possessed, Incubus e Morbid Angel sono i primi nomi che vengono in mente percorrendo la strada indicata da “Extrema Putrefactio”, poiché il proto death metal dall’insopportabile sentore permea ogni più recondito anfratto nascosto fra le pieghe delle varie song. Del resto non occorre poi molto per toccare con mano il flusso musicale che scorre nell’anima del quartetto: è sufficiente la breve strumentale al pianoforte “Ante Mortem” per precipitare in qualche luogo sepolto chissà dove, con le narici intasate dalla polvere e da nauseabondi effluvi, diventando facili prede di mostruose creature che si nascondono nell’ombra profonda.
Davvero potente, quindi, il senso visionario che L.M. e compagni riescono a immettere nel platter, anche si deve rilevare che questo avviene con una certa discontinuità; soprattutto per quello che riguarda la compattezza stilistica dell’insieme. L’acustica “Die” è certamente un brano interessante e coinvolgente, ma appare un po’ slegato dal resto, specificamente dall’immediato proseguimento, cioè “Everything Was Full Of Blood”, violentissimo brivido sulla pelle scatenato dalla furia iconoclasta dei furibondi blast-beats del drumming e dalle bestiali linee vocali affrontate con un growling dannatamente roco e cavernoso.
A parte il difetto appena descritto, non c’è altro da imputare – in negativo – agli I Will Kill You e a “Extrema Putrefactio”. Considerando tuttavia che questi è un’opera prima, con tutte le difficoltà annesse e connesse, la situazione – già buona – non potrà che migliorare, giacché carattere e inventività sono già presenti più che a sufficienza.
Daniele “dani66” D’Adamo
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