Recensione: Fabula Magna
A solo un anno da “Porta Obscura”, tornano a farsi sentire i tedeschi Coronatus con questo nuovo “Fabula Magna”. Il precedente album non aveva certo fatto gridare al miracolo. La caratteristica principale del gruppo, l’uso di due vocalist femminili, una al limite del lirico, l’altra più aggressiva e rock, non era stata valorizzata appieno e l’impianto musicale che sostevena le prove delle due singer era risultato piuttosto banale. Ora provano a rialzare le proprie quotazioni con un nuovo cd.
Generalmente il terzo album di un gruppo viene considerato come il disco destinato a definirne tutta la carriera. Quello che farà fare il salto di qualità o che farà cadere il combo nell’oblio. Spesso, regole non scritte come questa lasciano un po’ il tempo che trovano, ma di certo un solo anno per scrivere, arrangiare, registrare, mixare e pubblicare un cd non depone sicuramente a favore della qualità intrinseca del lavoro, a meno che non si sia in presenza di veri e propri geni.
“Fabula Magna” comincia più massiccio e magniloquente rispetto al suo predecessore. Gli inserti sinfonici puntano più all’epicità e meno alla melodia orecchiabile. Anche la produzione di chitarre, basso e batteria va in questa direzione con suoni più pieni, carichi e aggressivi, in un certo qual modo anche cupi.
Sotto il profilo della voce duole notare che il principale difetto messo in luce da “Porta Obscura” permane quasi immutato. La presenza di due singer femminili dalle caratteristiche differenti non viene usata appieno. Al contrario, in seguito all’uscita di scena di Ada Flechtner, la cantante rock, sostituita dalla diciannovenne Lisa Lasch, a dominare la scena è quasi esclusivamente la voce sinfonica di Carmen R. Lorch, relegando quella rock in secondo piano.
Addirittura Lisa, nei brevi frangenti in cui riesce a ritagliarsi uno spazio, sembra quasi voler scimmiottare l’altra vocalist con risultati non così pessimi, ma che comunque rovinano l’effetto di contrapposizione che invece si sarebbe potuto creare. A dare maggiore varietà al campo vocale ci pensa l’apporto maschile, anche se si limita a due sparute comparsate in growl e voce filtrata su “Wolfstanz” e “How Far Would You Go”.
A dispetto del breve periodo necessario per la stesura “Fabula Magna” sembra avere una marcia in più rispetto al precedente e fin troppo canonico “Porta Obscura”. In particolare da poco dopo la metà sembra quasi voler sparare tutte le cartucce in mano ai Coronatus, indipendentemente che queste suonino bene tra loro. Il risultato è un cd che fino alla ottava traccia è un disco, poi ne diventa un altro. In seconda parte emergono diverse influenze (ad esempio su “Der Letzte Tanz” compare perfino un violino folk sullo stile dei primi Skyclad) e diventa per certi versi ecclettico, ma con brani che stentano a trovare una connessione tra loro continuando a saltare da un genere all’altro (l’accoppiata finale “Blind” e “Josy” passa dal pop al rock tout-court).
Per concludere i Coronatus realizzano, in soli 12 mesi, un album più valido del precedente “Porta Obscura”, ma con ancora diverse luci e ombre. Dalle prime otto tracce sembra emergere, a fatica, una vena personale. Poi quel disco finisce e l’ascoltatore trova ancora quattro pezzi (sei nel caso del digipak) slegati dal resto e pure tra loro che ci mostrano cos’altro questi tedeschi siano capaci di fare. Diciamo che come esperimento non è del tutto riuscito, ma gli diamo atto di averci almeno provato. Hanno dimostrato di avere capacità e idee, ora che le mettano al servizio di un album compiuto e ragionato.
Tracklist:
01 Preface
02 Geisterkirche
03 Tantalos
04 Wolfstanz
05 Der Fluch
06 Flying by Alone
07 Kristallklares Wasser
08 How Far Would You Go
09 Der letzte Tanz
10 Est Carmen
11 Blind
12 Josy
13 Sream of the Butterfly (acoustic version) Digipak Bonustrack
14 Hot and Cold (special version) Digipak Bonustrack
Alex “Engash-Krul” Calvi
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