Recensione: Face Your Fears
Quinto disco per i First Signal di Harry Hess, voce dei compianti Harem Scarem, archetipo di riferimento di tanto melodic rock che abbiamo ascoltato in questi decenni.
Questa volta, attorno a Harry Hess la Frontiers ha costruito una band di tutto rispetto composta da musicisti italiani, tra i quali troviamo Michele Guaitoli al basso che si è occupato anche della (ottima) produzione di questo Face Your Fears.
Poco è cambiato presso i lidi dei First Signal dal 2010, anno della loro fondazione che scaturì dalla collaborazione tra Hess e il produttore tedesco Dennis Ward (bassista di band come i Pink Cream 69 e gli Unisonic): sempre melodic rock di grande qualità, questa volta con qualche accenno più metallico che in passato, particolarmente evidente in pezzi come la tirata Situation Critical o la quasi metallica Shoot The Bullet. Gli arrangiamenti sono coerenti con questa linea aggressiva optando per suoni distorti, chitarre in primo piano e una batteria decisamente hard & heavy.
Il risultato è un disco fresco e godibilissimo, suonato alla grande e composto con la penna di chi sa il fatto suo. E se l’opener Unbreakable o Always Be There suonano molto Harem Scarem (riuscendo a non sfigurare nell’impari confronto), Dominos stupisce con un attacco decisamente duro e un ritornello che avrebbe diritto di cittadinanza su un bel disco degli H.E.A.T. o degli Eclipse.
Rain For Your Roses e Never Gonna Let You Go riportano al melodic rock più classico con refrain ariosi ma forse un po’ triti. Molto più hard e convinta è, invece, la title-track Face Your Fears, che mette alla prova l’ugola di Harry Hess, qui alle prese con un’aggressività davvero inattesa.
Not This Time ha un bel tiro ma non lascia troppa traccia di sè, mentre In The Name Of Love è una buona ballad melodic rock pomposa, impreziosita dalla voce di un Harry Hess in spolvero. Infine, Never Be Silenced è un’ulteriore dimostrazione di saggezza compositiva ed esecutiva da parte dei First Signal, capaci di produrre un pezzo dal ritornello ricco e melodicissimo che chiude alla grande Face Your Fears.
Sarà per la mia annosa passione per gli Harem Scarem, o forse per quel gusto dolceamaro di godere di certe melodie che ogni volta sembrano un po’ più lontane per poi dimostrarsi sempre attuali: fatto sta che a me i First Signal piacciono. Face Your Fears non solo non intacca questa mia convinzione, ma anzi la rafforza (nonostante l’orribile copertina) ed è la dimostrazione che, pur nel proprio continuo ripetersi, il melodic rock è ancora fresco e dinamico. Bello constatarlo.