Recensione: Faceless Strangers
I Brick sono una band svedese formata da nomi più o meno noti appartenenti alla scena locale e dedita ad un heavy metal melodico leggerissimamente venato di *core e di alternative.
Fino a qui più o meno tutto bene: la proposta degli scandinavi sembrerebbe presentare tutti i giusti presupposti per rivelarsi piacevole, accattivante e al passo coi tempi, senonché – anche dopo svariati ascolti – le canzoni che compongono il debut album “Faceless Strangers” si rivelano semplicemente loffie.
I vari pezzi, presi uno per uno, potrebbero anche essere giudicati sufficienti da un appassionato del genere non troppo carico di attese, tuttavia sulla lunga distanza la mancanza di qualsivoglia guizzo sia dal lato strumentale sia da quello canoro appare sinceramente preoccupante. Il riffing e la struttura canzone sono molto convenzionali (leggi: già sentiti un triliardo di volte) ma quello che colpisce – in negativo – è la totale mancanza di tiro che accompagna una serie di canzoni tutte giocate all’incirca sulle medesime coordinate stilistiche e cui non giovano affatto né la piattezza di arrangiamenti né la monotonia di tempi e soluzioni. Risalta inoltre in negativo anche la prova vocale di Johan Hultgren, non certo stonato o improvvisato quanto onestamente piatto e scolastico nell’esecuzione e pertanto incapace di regalare emozioni oltre che di contribuire a risollevare le sorti di un album purtroppo alquanto scialbo.
Citare l’opener “The Beast”, la spenta title track o una qualsiasi delle altre tracce in scaletta non fa alcuna differenza, tale è l’omogeneità di stile, di ritmi e di sonorità che caratterizza “Faceless Strangers” lungo tutti i suoi quaranta minuti. Vista la mole di proposte sul mercato – tra le quali cercando bene è ancora possibile trovare delle perle nascoste – non ci sentiamo di consigliare l’ascolto di questo album e, date le premesse, occorrerà fare ancora molta strada da parte della band svedese per riuscire a tirare fuori qualcosa di meno ammanierato e maggiormente stuzzicante.
Stefano Burini