Recensione: Fahrenheit

Di Luca Corsi - 13 Settembre 2010 - 0:00
Fahrenheit
Band: Toto
Etichetta:
Genere:
Anno: 1986
Nazione:
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90

Dal 1978, anno in cui debuttarono con l’omonimo disco, i Toto, capitanati dal genio inesauribile del chitarrista Steve Lukather, non hanno mai smesso di sorprendere i propri fan, perlomeno per tutto il decennio successivo, culminato, purtroppo, con il decesso dell’altrettanto fenomenale batterista Jeff Porcaro. Una lunga serie di lavori, distribuiti perfettamente nel corso degli anni ’80, hanno permesso ai nostri non solo di conquistare un enorme successo planetario, invidiato e inseguito dai più, ma addirittura di divenire uno dei quattro “mostri sacri” dell’AOR – in buona compagnia, lo ricordiamo, di Journey, Survivor e Foreigner – nonché una delle principali e originali compagini che il rock abbia mai avuto in questo pianeta.

Tutti si ricordano “Toto” – chi non conosce “Hold The Line”? – così come la maggior parte di voi, nel sentir anche solo citare il nome del gruppo di Los Angeles, si mette ad intonare lo storico ritornello di “Africa” (dal seminale disco “IV”, il loro più grande successo) o le note sdolcinate di “Stop Loving You” (dall’altro masterpiece, intitolato “The Seventh One”).

Purtroppo, chissà perché, non sono in molti a citare un capolavoro come “Isolation” (1984), oppure, il successivo, altrettanto bellissimo, “Fahrenheit”. Ma l’importanza di questi due lavori venne ribadita senza alcun timore anche dallo stesso Lukather, che dichiarò “Senza dischi come “Isolation” e “Fahrenheit”, forse, oggi non saremmo qui a questo punto”.

Come dargli torto del resto.

Se “Isolation” vedeva un indurimento di sound, superato solo dai toni hard rock oriented di “Kingdom Of Desire” (1992), il successivo “Fahrenheit”, apriva la strada in maniera superba a quel colosso di “The Seventh One”. Dietro al microfono a recitare il ruolo di attore protagonista è il biondo singer Joseph Williams (figlio d’arte: il padre John è, infatti, un famoso compositore di colonne sonore, tra le quali quelle illustri di “Guerre stellari” ed “E.T. L’Extra-Terreste”) presente anche nel disco successivo, nonché autore di una prova superba in entrambi i casi. La voce del “debuttante” Williams si sposa bene con il sound pop-oriented di autentici brani scacciapensieri quali “Till The End”, “We Can Make It Tonight” e “Can’t Stand It Any Longer”, che tengono vivo l’animo e scuotono l’udito a ritmi allegri e spensierati.

Come da tradizione in casa Toto, e d’abitudine per Lukather, autentico romanticone e poeta del rock più soft, le pause del disco sono dedicate ai momenti dove ad avere il sopravvento è il cuore, con le sue ferite, le sue gioie ed i suoi dolori. “Without Your Love” e “I’ll Be Over You” (ai cori niente meno che Michael McDonald), con l’incantevole voce del guitar hero, sono perle che ammaliano per il loro splendore, così come la toccante melodia di “Lea”, ed il “sentimentalismo movimentato” di “Could This Be Love”. Se “Somewhere Tonight” rappresenta una sintesi di quanto è stato descritto fin’ora – melodia e sensazioni a non finire – la title-track è un pezzo tanto bizzarro, quanto affascinante, il quale addirittura sconfina nel pop più puro, tecnico e molto hi-tech. La strumentale “Don’t Stop Me Now” annovera tra i musicisti anche Miles Davis e la sua tromba, che si lascia andare in tutta la sua ispirazione assieme al resto del gruppo.

Se “Toto”, “Hydra”, “IV”, “Isolation”, “The Seventh One” vengono considerati dei classici del melodic rock d’altri tempi, lo stesso si potrebbe fare per questo stupendo “Fahrenheit”. Orecchiabile, ispirato e con un sound che mira dritto al palato sopraffino degli amanti dell’AOR, non può e non deve mancare nelle collezioni degli appassionati non solo della band di Lukather e dei fratelli Porcaro, ma del panorama melodico in generale.

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 Tracklist:

01. Till The End
02. We Can Make It Tonight
03. Without Your Love
04. Can’t Stand It Any Longer
05. I’ll Be Over You
06. Fahrenheit
07. Somewhere Tonight
08. Could This Be Love
09. Lea
10. Don’t Stop Me Now (Strumentale)

 Line Up:

Steve Lukather – Chitarra / Voce
Mike Porcaro – Basso
David Paich – Tastiere / Voce
Steve Porcaro – Tastiere
Jeff Porcaro – Batteria / Percussioni
Joseph Williams – Voce

 Additional Musicians:

Miles Davis – Tromba (su “Don’t Stop Me Now”)
Joe Porcaro, Lenny Castro, Paulinho Da Costa – Percussioni, Michael McDonald, Don Henley, David Sanborn – Cori
 

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