Recensione: Falcon
Quando, per la prima volta, ho sentito parlare dei Falcon e della militanza in essi di Greg Lindstrom, ex Cirith Ungol ai tempi di “Frost And Fire”, ho pensato subito che dovesse trattarsi di una band che ne raccoglieva l’eredità sonora! Quando poi mi sono giunte le immagini della copertina dell’album in questione, avevo quasi l’assoluta certezza che i Falcon erano dediti ad un classico Us Power/Epic metal! Ma, quando finalmente mi è giunto il disco, tutto ciò che avevo incredibilmente predetto mai come questa volta si è rivelato assolutamente errato. Se quindi qualcuno pensa che i Falcon siano gli eredi dei Cirith Ungol solo perchè in essi milita Greg Lindstrom si sbaglia di grosso. Falcon è un act dedito unicamente ad un Hard Rock sound di chiaro stampo seventy, e l’amore di Perry Grayson (mente portante insieme a Lindstrom della band) per il classico sound hard rock di matrice targata Thin Lizzy e Trapeze è chiaramente visibile in ogni riff del disco.
Il lavoro in questione sembra essere diviso esattamente in due, le prime 5 canzoni mente di Grayson, le restanti 4 ad opera di Lindstrom, ed a “dividere” ipoteticamente le due parti del platter vi è una cover degli Bang, per la precisione Redman, ben eseguita ed alquanto avvincente (sia ben chiaro, non che conoscessi l’originale!). Tuttavia tutti i brani del lotto, sia quelli partoriti da Grayson che da Lindstrom, sono animati da un unico filo conduttore, quello dell’hard rock anni 70.
L’amore che la band nutre anche nei confronti di act come Pentagram è mostrato nel disco proprio su una delle migliori song del lotto, ovvero “On The Slab” dove dietro il microfono si cela addirittura quel Bobby Liebling storico singer dei Pentagram. E se la opener Downer risulta essere un bel pezzo, avvincente e granitico, ciò può dirsi lo stesso più o meno per i restanti episodi del disco ad opera di Grayson, come l’esplosiva Throewback e la granitica Castle Peak.
I brani composti dall’ex Cirith Ungol, Lindstrom, come già detto, si muovono sulla stessissima linea musicale dei precedenti, risultando, in alcuni casi, addirittura più avvincenti e dinamici come High Speed Love o più cupi e ragionati come Route 666 o addirittura più cadenzati come Shelob’s Lair! Mentre la closer Half Past Human risulta la traccia del lotto più oscura e cupa in certi frangenti della sua esecuzione, forse l’unica track “ungoliana” del disco, quasi sicuramente giungerà da vecchie sessions di “Frost And Fire”.
In conclusione mi sento di consigliare il disco unicamente a chi ama l’Hard Rock sound del primi anni 70. Chi si aspetta un qualcosa che abbia a che fare minimamente con band di Epic Metal si sbaglia di grosso, questo è un full lenght che viaggia unicamente su ritmi frizzanti ed energici che certo non faranno la felicità degli amanti dell’oscurantismo musicale degli storici Cirith Ungol. Ultima nota positiva, il disco è interamente dedicato allo scomparso Jerry Fogle, mitica e storica ascia dei Cirith, un piccolo tributo per quello che è stato un grande eroe dell’US metal e che i Falcon han voluto così ricordare. E nel ricordo e nel tributo si unisce anche Truemetal.it che non dimentica chi, come Jerry “Tower of Fire” Fogle, la storia della musica la ha scritta nell’ombra.
Vincenzo Ferrara