Recensione: Fall From Grace
Il Canada è una terra di grandi tradizioni in campo metal, qui sono cresciute e diventate grandi band che hanno scritto e scosso più volte la storia di questo genere.
Da qui è partita l’avventura di un giovane manipolo di ragazzi dalle grandi potenzialità che prendono il nome di Borealis.
Dietro questo monicker, affascinante quanto abusato nelle sue diverse salse, si cela una band audace, capace di suonare un Power Metal melodico, moderno, fresco e ispirato, infarcito da interessanti divagazioni progressive, ma anche death, mai fini a stesse.
Per chi non li conoscesse, sono nati artisticamente nel 2005, originari di Orangeville, Ontario e con questo “Fall from the grace” raggiungono il traguardo del secondo disco.
Dal punto di vista musicale, come anticipato in precedenza, i nostri mettono in piedi un disco veramente notevole e dalle innumerevoli chiavi di lettura, affidando alle melodie, ma anche al massiccio lavoro ritmico, il compito di amplificare la propria proposta musicale, componendo nove pezzi, più due bonus track, di ottima fattura. Le canzoni non sono mai banali, escluso qualche rarissima trascurabile eccezione: si alternano partiture di rara eleganza a momenti devastanti, soprattutto dal punto di vista emotivo, ma anche episodi calmi e sognanti come accade in quei punti dove la band preferisce rallentare, regalando all’ascoltatore momenti di vera intimità e dolcezza.
Sembrerebbe che a questo disco non manchi veramente nulla, in quanto le qualità sono tutte ben in evidenzia, e andando nello specifico potremo apprezzare di più “Fall from Grace”.
L’inizio è affidato “Finest Hour”, un pezzo veloce e potente quanto melodico e ispirato. Un pezzo che farà la gioia degli appassionati più oltranzisti, visto l’ottimo connubio tra melodia e sperimentazione, sempre dosate nel modo giusto e mai troppo invadenti, nell’intento di migliorare e non appiattire il songwriting.
Un gradino sotto la successiva “Words I Failed To Say” che cerca solo in teoria, non in pratica, di riprendere il discorso stilistico attuato nel pezzo precedente con scarso successo, risultando troppo fine a stessa, anche a causa di un ritornello un po’ troppo nascosto tra le strofe.
Notevole invece è la doppietta successiva rappresentata dalla title-track e dal singolo da cui è stato estratto il videoclip ufficiale, “Where we started”. Due pezzi che riassumono tutto quello che fino ad ora è stato detto: la continua ricerca dell’eleganza, indossata in un abito fresco e giovanile, l’attitudine a scrivere melodie di facile presa ben eseguite dalla splendida e calda voce di Matt Marinelli, ma soprattutto l’energia che viene trasmessa da ogni brano, da quelli più riusciti a quelli meno brillanti; un idillio di classe e modernità.
Con quattro tracce è volato via il primo quarto dell’album, nascondendo all’ascoltatore ancora le sue carte migliori, cioè il pezzo da novanta nascosto in coda l’album, come in un thriller di Hitchcock che ti sorprende sempre quando stai per scoprire il mistero dietro a un delitto.
Dopo due pezzi interessanti, che però non aggiungono e non tolgono nulla a ciò che è stato già detto finora, come “Breaking The curse” e “Regeneration”, troviamo le vere pietre miliari della discografia di questa band. Dolcezza e pace nella semi-ballad acustica “Watch the world collapse”, un pezzo dalla tempra forte e dall’animo gentile dotato rara intimità che verrà subito squarciato dalla doppietta seguente “Take You Over “e ”Forgotten Forever”. Due pezzi diversi tra loro, ma devastanti sopratutto dal punto di vista emotivo.
Emotività che salirà alle stelle con la bonus track “From the fading scream”, grazie alla sua delicata melodia e al suo gioco ipnotico di pianoforte, saprà incantare l’ascoltatore.
Una traccia che chiude in maniera semplicemente sublime questo disco.
Ottavio Pariante
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Tracklist:
1. Finest Hour
2. Words I Failed To Say
3. Fall From Grace
4. Where We Started
5. Breaking The Curse
6. Regeneration
7. Watch The World Collapse
8. Take You Over
9. Forgotten Forever
10. From The Fading Screams (bonus)
11. The Afterlife (bonus)
Line-up:
Matt Marinelli – Voce e Chitarra
Sean Werlick – Tastiere
Jamie Smith – Basso
Sean Dowell – Batteria