Recensione: Fallen
Gli Spiritus Mortis nascono nel 1987 e si vantano di essere la prima band doom nata in Finlandia. Il loro stile è facilmente etichettabile come un misto tra il sound dei primi Black Sabbath e Saint Vitus e l’hard rock più classico di marca Rainbow. Gli anni passano e il gruppo dà la colpa dell’assenza di un contratto al fatto che il loro paese natale non sia ancora pronto per la loro musica. Così continuano imperterriti per la loro strada e finalmente nel 2001 gli viene proposto un contratto poi caduto nel vuoto. Loro decidono lo stesso di registrare da soli il disco che avevano programmato e lo fanno nel 2003. Poco dopo si fa viva la Rage of Achilles che glielo pubblica, ma l’etichetta fallisce quasi subito e così questo secondo album, intitolato “Fallen”, deve attendere il 2006 e l’interessamento della Black Lotus per vedere la luce.
Il preambolo storico per presentare questa band è stato lungo, ma necessario. Non vi era altro modo infatti per dare al lettore tutti gli elementi per giudicare questo gruppo che da ormai quasi vent’anni va riproponendo la stessa musica con alti e, soprattutto, bassi, nel tentare di esportarla all’estero grazie a una etichetta.
Ascoltando questo disco infatti viene il dubbio che il problema non fosse la Finlandia che non era pronta per la musica degli Spiritus Mortis, ma che al contrario fossero loro a essere rimasti un po’ troppo indietro. Se questo “Fallen” fosse uscito nel 1987, forse già si sarebbe parlato di musica “datata” e “fuori tempo massimo”. Un disco come “Black Sabbath” è indiscutibilmente un capolavoro, ma uscì nel 1970 e la carica innovativa di cui si faceva portavoce fu in grado di far tremare il mondo, dubito però che al giorno d’oggi una qualsiasi band che si presentasse a una etichetta con un disco di quella fattura, otterrebbe un ingaggio.
Gli Spiritus Mortis invece ci sono riusciti.
Da questo punto di vista onore al merito e soprattutto alla costanza di continuare a credere in quello che facevano e nella propria musica a discapito di tutti i segnali contrari che venivano da fuori. Resta comunque un certo margine di dubbio nel sottoscritto riguardo all’opportunità di pubblicare un disco simile nel 2006 a meno che non si stia tentando di fare leva su tutti coloro che ancora sono affezionati al sound degli anni ’70.
Per concludere gli Spiritus Mortis con questo “Fallen” hanno sfornato l’album perfetto per chi è rimasto fermo a trent’anni fa. Chi rimpiange quei tempi, quei gruppi e quella musica sicuramente troverà pane per i propri denti e si sentirà tornato bambino. Si tratta, è vero, di un album fatto e suonato bene, sicuramente non un disco mediocre, ma per gli altri l’ascolto potrebbe risolversi in una mezza delusione, come chi mangia un dolce coperto di polvere.
Tracklist:
01 The Dawn
02 New Age
03 Leave Me
04 Divine Wind
05 Something Came and Killed
06 Beware of the Quiet One
07 Sleeping Beneath the Lawn
08 All the Words Were Spoken
09 The Omen
10 All This in the Name of Love
11 Wasteland
12 Goodbye
Alex “Engash-Krul” Calvi