Recensione: Falling
Il progressive rock dalle tenui tinte metal degli A.C.T torna più “sgargiante” che mai e non delude. Sesto lavoro in studio e terzo EP per gli svedesi che, pur non non essendo particolarmente prolifici in termini di uscite discografiche, sono stati in grado, in quasi un quarto di secolo, di radunare un discreto seguito di fedeli seguaci.
Il nuovo lavoro è incorniciato da un’intro (‘Fall In’) e da un’outro (‘Fall Out’) realizzate con disturbanti suoni d’ambiente che paiono essere la sonorizzazione di una scena di un film post-atomico, memento della spada di Damocle che ancora oggi penzola sopra le nostre teste. ‘Diggin A Hole’ contiene tutti gli ingredienti che rendono gli A.C.T più che riconoscibili: linee vocali di stampo teatrale “da arena”, a cavallo tra i Queen e gli Ark di Ola Salo, stacchi progressive che preludono ad assoli carichi di virtuosismo al servizio del buon gusto ed un sapiente uso delle tastiere sia in termini solistici che d’accompagnamento, grazie anche ai cari vecchi arpeggiatori il cui uso non spaventa di certo Jerry Sahlin. Fantasmi degli ABBA intrisi di anni Ottanta fino al midollo ectoplasmatico fanno sentire la loro presenza in ‘The Girl Without A Past’ mentre ‘Breathe’ si muove tra coordinate dettate dal Freddie Mercury più commerciale con un tocco McCartneyano che non guasta. Le atmosfere si fanno leggermente più cupe in ‘A Race Against Time’, con pattern di batteria per lo più minimali ed ossessivi ed un synth (talvolta doppiato dalle chitarre) che disegna senza sosta un riff inquietante, base per il drammatico cantato di Herman Saming. Il tutto condito da apocalittici campionamenti che aumentano la carica cinematografica del pezzo, caratterizzato anche da assoli dissonanti. I martellanti 4/4 di ‘One Last Goodbye’ trascinano l’ascoltatore nella prima metà del brano per poi lasciare spazio ad un delicato assolo e a soluzioni più elaborate verso la fine del brano. Il brano conclusivo (escludendo l’outro), la semi-ballad ‘The Earth Will Be Gone’, propone dei semplici quanto efficaci arrangiamenti orchestrali che accompagnano elaborati cori degni delle migliori produzioni di Broadway: l’aura da musical caratterizza tutto il brano anche grazie a dialoghi cantati da diversi personaggi.
In conclusione, gli A.C.T dimostrano di essere fedeli alla linea da loro stessi tracciata anni ed anni or sono, senza strafare sapranno sicuramente soddisfare i loro storici fan e magari anche conquistarne qualcuno nuovo. Per gli amanti della buona, vecchia melodia.
