Recensione: Falling from Heaven
E’ sempre un piacere avere a che fare con dischi come quello degli Heavenfall, realizzazione autoprodotta tanto professionale da poter essere considerata come una release ufficiale, anche a livello di suoni. Dodici pagine di booklet con tutti i testi delle canzoni e foto dei vari membri del gruppo. Probabilmente sulla copertina si poteva fare qualcosa di meglio, vista l’attitudine in your face portata avanti dai cinque provenienti da Abbiategrasso (MI), ma quello che conta alla fine è la musica e da questo punto di vista i lombardi hanno giocato le loro carte con i tempi giusti.
La ricetta degli Heavenfall, attivi dal 2003, si rifà ai dettami dell’HM classico senza intromissioni di sorta. I Nostri si permettono qualche soluzione sempre in ambito stra-tradizionale facendo loro la lezione delle grandi band heavy metal che l’Italia ha fornito in passato ma non solo. La durezza dei Death SS di Heavy Demons si può ritrovare all’interno delle trame di Let the Feathers Fall, Hey, Mr. Businessman! è semplicemente un bombardamento metallico in piena regola fra schitarrate impetuose, soli azzeccati e la doppia cassa di Dave Crown a pestare duro. Dest alla voce si rivela interprete adeguato, quantomeno per un disco d’esordio, particolare non da poco della nostre parti, ove, per tradizione, in questi casi, il tallone d’Achille è sempre stato rappresentato dalla prova del singer.
L’enfasi dei Judas Priest si impossessa di Jester Hat, Wind of Liberty consente alle chitarre di NekroSagginA e Gioro di concedersi svisate melodiche accattivanti, su di un humus massiccio di marca tedesca. Hellrider fa il verso ai grandi Muro, indimenticati interpreti del Metallo più intransigente de España. Not Easy porta in grembo chitarrone durissime e si risolve in un episodio dai tempi ben scanditi con riff ancora di ispirazione Death SS.
Mazzata in pieno stomaco assicurata da Fuel for My Rage e ancora asce chirurgiche, 1939 costituisce l’unico inserto lento del disco, quantomeno per i primi passaggi, poi è ancora il demone dell’HM a impossessarsi dei cinque Heavenfall, ottimi i duelli di chitarra in Pathetic Wanderer, Flatline chiude il disco degnamente fra le urla di Dest e velocità diffusa, as usual.
Ottimo esordio, quindi, per i cinque ragazzi de Bià, c’è piuttosto da chiedersi come mai ensemble come il loro viaggiano ancora all’interno delle tempestose e rispettabilissime nebbie dell’underground, quando gruppi sicuramente meno dotati riescono ad appoggiarsi a etichette vere e proprie, con distribuzione annessa. Falling From Heaven dopo numerosi ascolti si conferma disco quadrato e ben fatto. C’è ancora da sistemare qualcosa, ovviamente, all’interno dell’esecuzione e del songwriting, ma per adesso grazie del “pieno” di Metallo, Heavenfall, e alla prossima!
Stefano “Steven Rich” Ricetti
Tracklist:
1 – Let the Feathers Fall
2 – Hey, Mr. Businessman!
3 – Jester Hat
4 – Wind of Liberty
5 – Hellrider
6 – Not Easy
7 – Fuel for my Rage
8 – 1939
9 – Pathetic Wanderer
10 – Flatline
Line-up:
Dest – Vocals
NekroSagginA – Guitar
Gioro – Guitar
Malo – Bass
Dave Crown – Drums