Recensione: Falling Mist
Storia complicata quella degli Heaven Grey. Gruppo lituano nato nel 1993 come death-metal band (per poi, progressivamente, evolversi verso un mix doom-gothic), ha presto pubblicato un paio di dischi prima di sciogliersi. Nel 2007, in seguito alla morte di due ex-membri del gruppo, la band si riunisce per un concerto commemorativo e lì ritrova la voglia di suonare insieme. Il sound si sposta ulteriormente verso il gothic e nuovi brani vengono composti. In mancanza di un contratto, però, eccoli qui a fare di nuovo la gavetta, spedendo questo album autoprodotto a tutta Europa, sperando di farsi notare da una casa discografica.
Vuoi per il percorso personale e musicale della band, vuoi per l’età dei musicisti, il sound degli Heaven Grey è un gothic granitico con voce maschile, ben lontano da quello che viene oggi spacciato per tale. I riferimenti che potrebbero essere individuati, qui e là, per orientare il lettore sono gli inizi di gruppi come Paradise Lost, My Dying Bride (ma senza la voce femminile) e Moonspell, con una spruzzata di Pete Steel in alcuni passaggi delle vocals.
Pur senza brillare con particolare vividezza, si sente che la band ha personalità e non scopiazza quanto fatto da altri in cerca di una facile visibilità. Anche la scelta del lituano come lingua per alcuni brani va in questa direzione e, per quanto non favorisca la comprensibilità dei testi a livello internazionale, è sicuramente apprezzabile in quanto dà modo di donare ai pezzi un sound leggermente insolito.
Molto bello e ispirato, poi, il lavoro delle chitarre acustiche e classiche che spesso si trovano a duettare tra loro nel creare una melodia dal sapore quasi folk. Indubbiamente una delle frecce in più a disposizione degli Heaven Grey.
La personalità c’è, dunque, ma la freschezza a volte sembra mancare. Dopo ripetuti ascolti, infatti, questo “Falling Mist” tende a mostrare un po’ la corda risultando non brillantissimo. Sotto al primo strato non sembra esserci moltissimo altro da scoprire, inoltre alcune composizioni efficaci al primo giro nel lettore, in seguito cominciano a stancare. Qui e là lungo la scaletta, inoltre, si evidenziano dei punti un po’ ripetitivi che, sicuramente, non allungano la vita del platter nel lettore.
Il ritorno degli Heaven Grey farà sicuramente la felicità dei fan del gruppo e gli amanti di un certo gothic come oggi non si suona più. Da parte nostra non possiamo che essere contenti per il ritorno sulle scene di questa band lituana, anche se, per ora, solo con un demo. C’è, però, ancora qualcosina da aggiustare e qualche peccatuccio poco perdonabile, a maggior ragione vista l’esperienza dei musicisti, sotto il profilo del songwriting. A parte questo, un caloroso bentornati e a rivederci alla prossima prova in studio.
Tracklist:
01 The Way Back Is Gone
02 Zudusi Dziviba
03 Following
04 Driz
05 Prom
06 Regret
07 Life
08 Upe
09 It’s Time (“Driz” english version)
Alex “Engash-Krul” Calvi