Recensione: Fanatic
Quando mi è capitato questo mini dei Jadis tutto pensavo (ignoranza mia che non conoscevo molto la band), tranne che di sentire un album di questo calibro. Il mini è tratto dall’album “Fanatic”, già sesto disco per la band britannica, e ne sono rimasto davvero colpito moltissimo.
Fanatic, come tutte le produzioni targate Jadis, è un disco di rock classico, molto melodico, con venature prog che però non ne storpiano la linea musicale in maniera eccessiva. La band di Gary Chandler, che dei Jadis è leader, chitarrista e cantante, è composta oltre allo stesso Chandler dal batterista Steve Christey, dal bassista John Jowitt e dal tastierista Martin Orford, e ha saputo sfornare un disco che a primo impatto mi fa venire in mente una sola parola, relax. infatti la musica sprigionata, specie se ascoltata a volume non troppo alto in cuffia, riesce davvero a liberare dai pensieri, per far sprofondare in un puro stato di rilassamento l’ascoltatore. Musicalmente Fanatic è dominato dalla voce e dalla chitarra di Gary, ispirata a sua ammissione a quelle di gente come Gilmour (Pink Floyd), Hackett (Genesis), Latimer (Camel), Lukather (Toto) e Rabin (Yes), e che presenta melodie davvero dolci, intonatissime, che non fanno davvero un grinza, e sono accompagnate in maniera più che discreta da tutti i suoi compagni, per un mix di musica davvero 5 stelle, non extratecnica ma davvero espressiva.
Il mini contiene 4 canzoni, tutte abbastanza articolate, lunghe e molto molto rilassanti, a partire dai 6 minuti e 34 di “The Great Outside”, che si apre su un arpeggio isolato su un paesaggio boschivo, con versi di uccelli e piante mosse dal vento, per un perfetto idillio complessivo, che si mantiene anche all’esplodere della musica vera e propria, decisa ma non pesante, basata su un bel riff di chitarra e una ottima batteria. Il pezzo mi ricorda vagamente dei pezzi dei Kings’X, a livello di effetti provocati, infatti anche se la canzone è abbastanza diversa riesce a farmi provare le stesse sensazioni di pace e quiete della band sovraccitata.
“The Great Outside”, rimane quindi splendida nel complesso, abbastanza lenta, melodicissima, perfettamente intonata e cantata anche in modo molto più che dignitoso. Davvero bella, così come bella è la seconda traccia, “Into Templation”, che si apre anche lei con un arpeggio, più rapido però, e mi ricorda in effetti un pò gli Yes dei primi anni 80, forse meno estrosa
in musica e tematiche, ma comunque decisamente buona ed eclettica, pur nella sua semplicità. Per il resto vale un pò il discorso fatto in “The Great Outside”, al quale un pò la traccia assomiglia. Ecco, se voglio trovare un difetto del disco posso dire che le song sono in fondo abbastanza simili, ma essendo belle non è un problema.
Eccezionale l’apertura della strumentale “Fanatic”, sulle note della tastiera e con effetti di sottofondo che ricordano davvero un Nirvana (e perchè no ricorda pure le musiche che stanno sempre in sottofondo ai documentari naturalistici categoria lusso). Le sonorità sono precise al massimo, e fanno di questa Fanatic un vero e proprio gioiellino di musica alternativa, un pezzo
da conservare nella sua atipicità e bellezza, unica e singolare. Dolcissima e geniale anche la melodia di chitarra verso la fine della song.
Il mini si chiude con “Yourself Alone”, mid tempo tendente al lento contenente altri pregevoli riff, un ottimo lavoro di basso, forse la miglior voce in assoluto e uno splendido motivo centrale, che mette davvero la ciliegina sulla torta al disco di Chandler e soci.
Nel complesso : se amate l’headbanging scartate i Jadis, non fanno per voi, se invece volete sdraiarvi sull’amaca, avere relax e sentimento allo stesso tempo, io farei davvero attenzione a questi inglesi, non famosissimi ma pur sempre una realtà pronta a stupire.
In soldoni, se il disco è tutto come il mini, mi faccio non solo l’album, ma tutta la discografia.
Riccardo “Abbadon” Mezzera
Tracklist :
1)The Great Outside
2)Into Templation
3)Fanatic
4)Yourself Alone