Recensione: Fanatical
Due anni pieni dopo il loro tributo ai grandi del rock (“Ultimate Tribute” il titolo dell’eccellente disco) tornano sulla scena i rockettari svedesi Baltimoore, con un prodotto che si presenta decisamente bene alle orecchie. “Fanatical” è già il settimo sigillo di una band nata sì nel 1989 (mai troppo famosa), ma con un sound che sarebbe stato del tutto normale un decennio prima. Prendendo infatti ispirazione dai grossi nomi dell’hard rock dei 70/primi 80, Björn Lodin e i suoi ragazzi sono riusciti a creare delle atmosfere molto retrò, che non possono non piacermi. Se l’originalità, come ben intuibile, va a farsi benedire, si riesce comunque ad apprezzare l’album per molti altri fattori, primo fra tutti l’appeal delle canzoni, senza fronzoli e destinate sicuramente a rimanere nello stereo per diverso tempo. Anche il lato tecnico non è disprezzabile, in quanto il quartetto strumentisti (composto da Mankan Sedenberg e Stefan Bergström alle chitarre, Weine Johannson al basso e Hempo Hildén alla batteria), pur mantenendosi nei canoni, riesce a dare interpretazioni di tutto rispetto col suo suonato, non ipertecnico ma preciso, granitico quando serve ma pronto a sfumature più melodiche o elettriche quando necessario (e qui giunge complice anche una buona produzione, non eccessivamente moderna ma tesa a enfatizzare le parti strumentali più limpide, per attirare ancora di più l’ascoltatore). Discorso particolare per le linee vocali, per le quali nutro una posizione ambivalente : se infatti a tratti, soprattutto quelli tirati, l’ugola sporca e particolare di Lodin riesce a fare la differenza, accentuando ancora di più la ruvidità del suonato, in altri frangenti mi sembra un pò troppo “superficiale” ; nulla di compromettente comunque per il buon esito finale. Buono il numero delle song presenti, 10, che garantiscono circa 45 minuti di sudato hard rock. Difficile trovare delle tracce che non meritino menzione, quindi vado in controtendenza con me stesso e dò un rapidissimo excursus su che vi aspetterà partendo dall’intro “Fanatical”, che viene lanciata da un attacco che ricorda i primi Van Halen per poi esplodere in una ritmica travolgente (ma mai esagerata) e da scapocciamento. Ottima anche la successiva “My Number 1”, il quale grande riff è più che mai degno dei migliori fratelli Young. Molto più cupa e quasi ZakkWyldiana/TardOzzyana/Nazarethiana la terza “Outer Me”, granitica e padrona di una potenza oscura non indifferente. Ritorno al doppio riff in stile Ac/Dc con la grande “Give Me What You’ve Got” (della quale è disponibile il video sul sito ufficiale della band), che fa da preludio alle decisamente più “Early Seventies” “Set Sight of Dreams” / “Wishes and Reality”, le quali rilassano un pò l’atmosfera prima del ritorno allo sporco che si materializza in “Kiss me” (forse la peggior track del platter), “You Touch me and I’m healing (al contrario forse la migliore, come tutte quelle di stampo Ac/Dc) e “Are you coming or Not” (vedi sopra). La chiusura è tutta della elaborata ma senza fronzoli “On the Inside” che mette la parola fine a un prodotto sì privo di originalità (e che quindi gli amanti del nuovo a tutti i costi potrebbero non prendere in considerazione), ma di fattura veramente pregevole. Ma poi scusate, che musica nuova vi aspettereste da un combo de dedica un disco (non questo) a Rainbow, Coverdale, Schenker, Montrose eccetera? Straconsigliato a chi ama l’hard rock, quello vero, perchè Fanatical vi darà delle belle sorprese.
Riccardo “Abbadon” Mezzera
Tracklist:
1) Fanatical
2) My Number 1
3) Outer Me
4) Give Me What You’ve Got
5) A Set Sight Of Dreams
6) Wished & Reality
7) Kiss Me
8) You Touch Me And I’m Healing
9) Are You Coming Or Not
10) On The Inside