Recensione: Fantasy (A new dimension)
Periodo strano questo per il power metal: troppe band e troppo simili, troppo poca innovazione e troppa voglia si spremere tutto il possibile da una scena che forse avrebbe bisogno di una pausa.
Tuttavia c’è chi ci crede ancora, c’è chi nel suo piccolo tenta di andare avanti per la solita strada forse pensando che se il capolavoro non è ancora raggiungibile si può comunque tirare fuori un buon lavoro e far divertire i powerkids più affamati e meno pretenziosi.
Tra questi ovviamente ci sono gli svedesi Insania che nel giro di quattro anni arrivano al prestigioso traguardo del terzo album. La band, capitanata come sempre dal batterista (polistrumentista e principale compositore) Mikko Korsbäck, si ripropone dunque al pubblico con l’ennesimo disco power, ma lo fa con rinnovato spirito. Primo perché si vestono di una nuova voce, quella dell’ottimo Ola Halén che oltre a non far rimpiangere il dimissionario David Henriksson ben impressiona per potenza ed estensione. Poi perché se l’influenza degli Helloween (in maggior misura) e degli Stratovarius (in misura minore) si fa ancora sentire, i nostri rendono il sound un po’ più aggressivo ed epico avvicinandosi ai seminali GammaRay. Passo molto breve direte voi, ma passo abbastanza grande per aumentare la personalità e staccarsi dal disco precedente, che come io stesso scrissi sembrava un revival di assoli power degli anni ’80.
I brani sono in media abbastanza lunghi, attestandosi sui cinque minuti abbondanti di durata e raggiungendo in un paio di casi anche i nove! La partenza è obiettivamente un po’ banale, sia perché il via viene dato dalla consueta intro strumentale sia perché la stessa è forse il brano meno riuscito dell’intero disco. Tuttavia i nostri si riscattano lungo il resto dell’album regalandoci canzoni allegre e piene di gioia come la lunga Universe (sfido chiunque a non cantare il coro fin dal primo ascolto) o la veloce Illusion che sembra fare il paio con la famosa “Twilight of the gods” degli Helloween, alternate ad altre più aggressive e GammaRay-oriented come Face the king, dove l’ottimo ma non originalissimo riff portante si sposa a meraviglia con la dorata ugola di Halèn, o Life after life.
Spendendo due parole per la produzione e le capacità tecniche individuali si può solo dire che sono di stampo tipicamente scandinavo: pulite e impeccabili entrambe.
Da quanto detto si evince che questo lavoro farà la felicità di chi apprezza anche gruppi un po’ in secondo piano come i Freedom Call o gli Heavenly e non si fa scoraggiare dalla scarsa originalità della proposta. Il chiodo fisso degli Insania è realizzare un “Keeper III”: la strada è ancora lunga e difficile da trovare (visto che anche gli Helloween ormai sembrano averla smarrita), ma andando avanti di questo passo e mettendoci una buona dose di personalità in più non è detto che il miracolo non accada.
For power-fans use only.
Tracklist
01. Introduction (instrumental)
02. Life After Life
03. Illusions
04. Carry On
05. Master of My Mind
06. Universe
07. Face The King
08. Fantasy
09. Vengeance
10. Mankind
11. Reflections of Mine