Recensione: Fantasy Way

Di Alessandro Zaccarini - 6 Settembre 2005 - 0:00
Fantasy Way
Band: Vergerus
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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64

Dove va il metal? Domanda dalle tante risposte, il più delle quali vanno cercate indagando nei lavori dei gruppi emergenti. Nuove leve che, se in tanti casi sono incredibilmente legate al passato, in alcuni frangenti possono tentare l’esplorazione di nuovi lidi musicali più di quanto faccia la maggior parte dei gruppi più affermati. È questo il caso di Vergerus, one man–band dalla proposta davvero singolare e anomala.

Elektro-extreme-epic metal è forse la dicitura che più si accosta a quanto si possa ascoltare in questo Fantasy Way, demo che raccoglie stilemi del metal estremo e della musica industrial per fonderli con venature epiche e melodie talvolta medievaleggianti. A parte il cantato in scream e i cori bassi e profondi di derivazione quasi bathoryana che compaiono in alcune circostanze del lavoro, tutto è affidato al sintetizzatore. L’ascolto è quindi quanto mai ostico all’orecchio medio, se non improponibile per i puristi intransigenti e tradizionalisti. Non è infatti affatto facile trovarsi a fronteggiare sperimentazioni di questo tipo, prima per via del suono insolito, secondo per la mancanza di precedenti illustri.

Fantasy Way suona ovviamente elettronico, ma con un gusto retrò che porta i campioni scelti molto vicini alle prime sperimentazioni elettroniche di metà anni ’80 piuttosto che ai canoni di nuovo millennio. I pezzi di impatto più oscuro e serrato come Summon The Black Dragon o Stairway to Oblivion riescono in qualche modo ad avvicinarsi abbastanza ai canoni del metal estremo “suonato”, risultando meno “stranieri” di quanto in realtà siano; mentre i suoni possono essere, e a volte lo sono, un ostacolo abbastanza consistente per chi ricerca l’epicità nella sua concezione più genuina. Per questo, e per via di una produzione spartana non sempre ben ponderata, non tutti i pezzi riescono a far valere la propria natura epicheggiante come Ice and Blood o la successiva ballad Gold of The Old Dwarf, dove i campionamenti dei fiati riescono a imporre abbastanza bene ritmo e melodia al pezzo. Il massimo della sperimentazione viene raggiunta nell’incedere quasi techno di Sa Koi!!!, omaggio al film Testo di S. Tsukamoto, mentre le due bonus track conclusive (che mi sento di escludere dal giudizio complessivo) arrivano invece dal primissimo mini-promo ‘Epic Madness’.

Fantasy Way, e lo stesso progetto Vergerus, sono un esperimento estremamente coraggioso, che  mostra idee interessanti (non per tutti) alla pari di tanti limiti e difficoltà, non ultima quella di saper creare qualcosa di veramente incisivo in territori così ostili. Un demo che (almeno per ora) fa razza per contro proprio. Un disco atipico e particolare, che dimora in territori così di confine da chiedersi se sul serio il lotto di terra su cui poggia questo lavoro sia ancora all’interno dei reami della musica metal.

NB: non badate all’tichetta “Black”, messa esclusivamente in quanto genere a cui più si avvicinano le sperimentazioni elettroniche di questo lavoro.


Tracklist:
01. The Perilous Way…
02. …Towards Taunor
03. Summon The Black Dragon
04. Ice and Blood
05. Gold of The Old Dwarf
06. Ale Stream
07. Guardian of The Keep
08. Stairway to Oblivion
09. In Vino Veritas
10. Ork
11. Sa Koi!!!

Bonus tracks:
12) Legend (Revised Version)
13) Epic Madness (battle RMX)

Contatti: l.parabita@virgilio.it

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