Recensione: Far from Heaven

Di Eugenio Giordano - 21 Dicembre 2003 - 0:00
Far from Heaven
Band: Axenstar
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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67

Secondo platter per questi svedesi Axenstar sotto le insegne della Arise Records di Bilbao che dopo aver patrocinato l’esordio del gruppo continua a puntare sulle doti artistiche di questi ragazzi. Gli Axenstar sounano power metal melodico, sono figli della scena scandinava e possono essere tranquillamente etichettati come una delle band power ispirata al sound dei maestri storici Stratovarius e Helloween. Con questa frase faccio subito piazza pulita dei lettori che non amano tali sonorità e che leggendo questa recensione perderebbero solo il loro tempo inutilmente, meglio essere chiari fin da subito. In particolare gli Axenstar ricordano da vicino i dettami e lo stile dei Sonata Arctica del periodo “Ecliptica” e con questo nuovo “Far from heaven” puntano con ancor maggiore impegno verso quel tipo di approccio al power metal melodico. La produzione di questo disco è davvero precisa e professionale, le chitarre sono fluide e potenti, riempiono il sound della band senza appesantirlo troppo e lasciando spazio alle melodie vocali e alle tastiere. Per quanto riguarda le tastiere devo subito notare una netta diminuzione dell’impiego di questo strumento a favore di scelte sonore minimaliste e spesso efficaci fin dal primo ascolto. Prima di addentrarmi nella descrizione dei vari brani faccio un’altra digressione, nel caso degli Axenstar si potrebbe rapidamente liquidare la band con quattro frasi semplici e pesanti come macigni, sicuramente gli Axenstar non hanno nessuna possibilità di personificare un ruolo dominante all’interno della scena metal europea, sicuramente la loro musica appare inutile alla luce delle decine di altre band più blasonate di loro e capaci di suonare esattamente come loro. In ogni caso io valuto il disco, nel suo insieme, non mi interessa se in un anno escono cinquanta dischi identici a questo perchè sono chiamato a valutare le dieci canzoni qui registrate e nulla fuori da queste. Se cercate una band originale e capce di distinguersi dalla miriade delle altre attive oggi, temo che non saranno gli Axenstar a soddisfarvi, ma se amate il power metal quanto lo amo io, sapete che è quasi impossibile riuscire a generare qualcosa di raelmente innovativo in una scena satura come quella di oggi.

Il disco è aperto dalla velocità e dalla melodia della ottima “Infernal angel” che si pone come la classica opener di un disco power, doppio pedale incessante, grandi riff veloci e un notevole refrain vocale che però evita particolari gorgheggi acuti a favore di una interpretazione convincente e credibile. Se amate canzoni dei Sonata Arcitca come “My land” qui troverete pane per i vostri denti sicuramente. I canoni sonori rimangono inalterati anche nella seconda “Blind leadind the blind” che ripresenta gli Axenstar alle prese con tempi rapidi e grazie a una notevole ispirazione i nostri sfornano un brano melodico e fluido, irresistibile già dal primo ascolto. Maggiormente elaborata e meno rapida sotto il profilo ritmico “Don’t hide your eyes” lascia maggiore spazio a riff quadrati e melodie crescenti di chiara matrice Stratovarius, anche in questo caso gli Axenstar mantengono il loro sound fluido ed elegante riuscendo in parte a distinguersi da molti loro colleghi. La title track possiede un senso melodico indiscutible e una ossatura elaborata ma alla lunga finisce per apparire leggermente prolissa e ripetitiva, nulla di particolarmente grave comunque. Leggermente malinconica ma comunque potente e frontale “Abandoned” possiede il gusto compositivo dei migliori gruppo power finnici di questi anni e si candida come una delle migliori track del disco. Più frontale e veloce “Children forlorn” convince fin dal primo ascolto con il suo riffing semplice e efficace che richiama in causa i primi Helloween senza scadere in soluzioni già ascoltate o ripetitive. Anche la successiva “Death denied” ripercorre i classici canoni del power melodico moderno, ma la sua struttura mi sembra maggiormente elaborata e ambiziosa, un brano che dimostra una maturazione artistica indiscutibile. Più semplice e diretta “Blackout” viaggia veloce con il suo riffing diretto, anche in questo caso c’è poco da commentare, se amate il power amaerete un brano come questo, se no vi farà schifo. Il disco è concluso dal lento “Northern sky” che di sicuro non passerà alla storia tra le ballad più riuscite.

In conclusione posso assicurarvi che se seguite la scena power, in particolare amate i Sonata Arctica, troverete interessante questo platter firmato dagli Axenstar, ma se siete dei critici del power metal temo che questi Axenstar finirebbero rapidamente nel vostro mirino, sappiatelo. Per me, comunque, questo “Far from heaven” è un lavoro buono.     

Tracklist:
1. The descending
2. Infernal Angel
3. Blind leading the blind
4. Don’t hide your eyes
5. Far from heaven
6. Abandoned
7. Children forlorn
8. Death denied
9. Blackout
10. Northern sky

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