Recensione: Fasten Your Seat Belts [Reissue]

Di Stefano Ricetti - 9 Settembre 2011 - 0:00
Fasten Your Seat Belts [Reissue]
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Allacciate le cinture di sicurezza che adesso saliamo sull’aereo della R.A.F. – ma significa anche che il disco stesso vi farà decollare”. Queste le parole rilasciate dal singer Marco Signorini sulle pagine di H/M numero 60 del 1988 per presentare Fasten Your Seat Belts, secondo capitolo discografico dei milanesi Royal Air Force.

Uscito originariamente in quell’anno sotto l’egida della Metalmaster, l’album per la prima volta viene ripresentato in Cd a opera della Minotauro/Markuee in questo 2011. La storia dei Nostri vede l’esordio ufficiale con l’omonimo Ep del 1985 su Axe Killer contenente sei pezzi, fra i quali spiccano gli inni Storytellers e Royal Air Force, brano omonimo dal taglio spiccatamente live. Poi dure prove su prove, l’entrata del batterista Mario Riso al posto di Alberto Ponti, la dipartita del chitarrista fondatore Luca Brugnoli  e l’incisione del disco oggetto della recensione che vede la luce, mancando completamente il bersaglio mediatico-commerciale, solamente DOPO la storica performance del gruppo all’interno del bill del Monsters of Rock tenuto a Modena il 10 settembre del 1988 presso l’Arena Festa dell’Unità.

Unico ensemble italiano, i R.A.F. aprono con successo, dimostrando di essere ampiamente proponibili, per Kings Of The Sun – sonoramente bottigliati e subentrati nel bill all’ultimo minuto per sostituire Yngwie Malmsteen -, Helloween, Anthrax, Kiss e Iron Maiden, presentando in anteprima mondiale alcuni pezzi tratti dall’ormai imminente Fasten Your Seat Belts.

Il primo brano del loro concerto è proprio l’opener dell’album: Not a Number, che risente delle influenze dei primi Motley Crue, quelli che si agghindavano con pizzi e merletti ma che utilizzavano chitarre dal suono e dalla cattiveria HM. I R.A.F. ne italianizzano la lezione, a partire dallo stile dell’utilizzo dei cori, a confezionare un brano dal refrain che entra irrimediabilmente sottopelle. Peculiarità dei Royal Air Force diverrà proprio l’utilizzo del batti e ribatti dei chorus e la successiva Victim Of  Innocence, presentata al  Sanremo Rock di qualche mese prima, se mai ce ne fosse bisogno, è lì a testimoniarlo.  Per la cronaca il brano fu il penultimo suonato nella scaletta presentata al Monsters Of Rock, appena prima dell’anthem Royal Air Force.

Non solo miele fortemente metallizzato, però, nelle corde dei nostri, che infatti dimostrano di saper pigiare anche sull’acceleratore, come nel classicone Straight’N’Narrow, con Signorini sugli scudi, altro pezzo che colpisce per il ritornello azzeccato. I Hear You Callin’ va a braccetto con le cose scritte dai confinanti, a livello di regione, Elektradrive, mentre Ain’t No Love richiama altri eroi tricolori degli anni Ottanta: Vanexa.

You Are Inside si barcamena fra Motley e Whitesnake, Road Again se non si sapesse che è stata scritta alla penombra delle Colonne di San Lorenzo a Milano sembrerebbe essere nata su di uno dei fianchi del Sunset Strip. Shock Pollution tira quanto basta e permette al drummer  Mario Riso di mettere a terra tutti i cavalli, così come di graffiare alla chitarra di J.L. Battaglion, peraltro chirurgica sempre e ovunque. R.A.F. mai così vicini agli Skanners del periodo, nell’occasione.

War rappresenta il semilento di Fasten Your Seat Belts, Bishop Takes Rook scorre senza impressionare e il disco si chiude sulle note di Where the Pavement Turns to Sand, episodio assolutamente in linea con l’archetipo-canzone a la R.A.F., con un finale assimilabile alle basi di un coro inglese da stadio calcistico.

In Fasten Your Seat Belts si può ritrovare il classico gusto italiano degli anni Ottanta per l’heavy rock dalla componente melodica d’impatto, infatti non a caso, i Royal Air Force rappresentarono, per un paio d’anni, la punta di diamante del movimento duro tricolore, con tanto di attestato proveniente dai referendum miglior band italiana delle riviste H/M e Metal Shock.

Il disco non è di certo passato alla storia del Metallo tricolore per la qualità dei suoni, proprio per nulla competitivi, questo è certo, e nemmeno questa versione su dischetto ottico fa eccezione. La maturazione piena dei R.A.F. avverrà con il successivo Leading The Riot del 1989, anch’esso già disponibile in Cd sul mercato sotto l’egida della Markuee e che sarà oggetto di prossima recensione sempre su questi schermi. Il booklet di Fasten Your Seat Belts pesca a piene mani dall’artwork della versione originale su vinile del 1988 senza restyling particolari, giustamente. Le foto e i testi dei brani vengono riportati fedelmente, privi di aggiunte di sorta. Per scoprire brani inediti dei R.A.F. bisognerà attendere la ristampa dell’esordio del 1985, prevista per il prossimo futuro.

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

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Tracklist:
1. Not a Number
2. Victim of Innocence
3. Straight ‘n’Narrow
4. I Hear You Callin’
5. Ain’t No Love
6. You are Inside
7. Road Again
8. Shock Pollution
9. War
10. Bishop Takes Rook
11. Where the Pavement Turns to Sand

Line-up:
Marco Signorini – Vocals
J.L. Battaglion – Guitars
Renzo Sgroi     Bass
Mario Riso     Drums

 

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