Recensione: Feed The Extermination
Il nuovo millennio, grazie ad un rinnovato entusiasmo da parte di critica e pubblico verso il movimento, ha visto rifiorire la scena thrash. Si è così assistito alla nascita di giovani band, dedite alla riproposizione con dedizione degli stilemi del genere, e a numerose reunion di vecchie glorie, le quali, forti del loro passato, hanno fatto ritorno al comporre, nel tentativo di tornare in auge. I risultati, però, non sempre si sono attestati ai livelli dei loro lavori più famosi. Sembra essere questo il caso dei Vendetta, storico act teutonico dedito a uno speed/thrash piuttosto complesso, che con soli due album pubblicati sul finire degli anni ottanta aveva raggiunto lo status di band cult tra i fan. Dopo il ritorno ufficiale con “Hate” (2007), il bassista Klaus Ullrich, unico rimasto della formazione originale, torna con un album, “Feed The Extermination”, che, sulla scia del suo predecessore, non sembra riuscire a ritrovare lo smalto che caratterizzava la band nel suo periodo d’oro.
Partiamo dalla voce: l’ingresso di un cantante “di professione” ha permesso alla band di avere la stabilità di cui la mancanza aveva causato il precedente scioglimento. Purtroppo però Mario Vogel offre una prestazione alquanto discutibile. Il suo timbro vocale non riesce ad adattarsi molto bene alle linee ritmiche delle chitarre, offrendo spesso un effetto sgradevole all’ascolto. Per quanto concerne l’aspetto musicale, il thrash dei Vendetta spesso manca di quel dinamismo fondamentale affinché la musica proposta risulti scorribile e apprezzabile. Infatti, anche i pezzi più tirati, come “Tremendous Brutality” o “Dog in the Manger” non riescono a trascinare pienamente l’ascoltatore, anche a causa di una sezione ritmica che pur facendo un lavoro apprezzabile occasionalmente non trova sempre la migliore delle soluzioni. Altri brani, come la title-track o “Cancer”, procedono su ritmi più lenti, cercando una via d’approccio caratterizzata da un maggiore Groove, alla ricerca di un Thrash meno classico. Tuttavia neanche quest’approccio è abbastanza efficace, anche a causa di una difficoltà abbastanza evidente a riuscire a legare efficacemente i vari momenti dei brani fra loro e di conseguenza è difficile seguirne la progressione. Tutto ciò rende faticoso ascoltare l’album nella sua interezza, cosicché dopo qualche brano viene voglia di passare ad altro.
Si salvano parzialmente alcune canzoni, come la conclusiva “‘Till I’m Dead” o “De-organ-izer”, che pur non essendo esenti dai difetti riscontrati nell’intero album, offrono qualche buono spunto, che potrebbero essere validi punti di partenza per i prossimi album, oppure la power ballad “Abuse”, che però risente di un minutaggio eccessivo, e con un paio di minuti in meno sarebbe stata maggiormente fruibile.
I Vendetta non riescono nel tentativo di ripresentare un album che riesca a risvegliare nei fan le emozioni suscitate nel passato, tanto meno in quello di realizzare un lavoro più evoluto rispetto al thrash classico ma comunque di buon livello, anche a causa di tentativi, spesso poco efficaci, di trovare soluzioni diverse.
“Feed the extermination” è un lavoro poco ispirato, con poche zone di luce e molte d’ombra. Se volete del thrash ben fatto cercate altrove, la scena odierna offre di meglio, sia tra le band più giovani che tra quelle storiche.
Alberto “80’s Thrasher” Franco
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Tracce:
1. Feed the Extermination (5:07)
2. Tremendous Brutality (5:59)
3. Cancer (4:31)
4. Ovulation Bitch (4:01)
5. Storage of Anger (4:36)
6. Dog in the Manger (5:23)
7. De-organ-izer (4.07)
8. Abuse (7.30)
9. Trust in God (4.05)
10. ‘Till I’m Dead (3:49)
Durata 49 min. ca.
Formazione:
Mario Vogel – Voce
Klaus Ullrich – Basso, Chitarra
Thomas Krämer – Batteria
Frank Schölch – Chitarra
