Recensione: Fiesta
Il revival del thrash metal ha ormai attecchito anche in Italia, ed i Motam si tuffano di gran carriera nel filone con una proposta musicale dannatamente ancorata ai tanto amati anni Ottanta. La loro attitudine irriverente e giocosa, unita alle strutture semplici delle canzoni e dei riff, li colloca in quel particolare filone chiamato thrashcore, e mette sin da subito in chiaro la loro affinità con una band che il suddetto genere ha contribuito a definire: gli Stormtroopers Of Death, meglio noti come S.O.D.
Progetto nato nel 2003 per volere di Zappa, Los (già chitarrista dei Septycal Gorge) e Joe, i Motam prima di questo Fiesta hanno inciso un altro demo, nel 2007, e sono al momento impegnati nella registrazione del primo full-length, sebbene ancora privi di contratto discografico. I loro primi passi sono particolarmente significativi, dal momento che sono nati come cover band di S.O.D., appunto, dei Sodom e dei Sepultura, influenze che in qualche modo trovano spazio nei tre bani del demo.
L’apertura è affidata alla titletrack: cantato graffiato stridulo ed abbastanza acuto, attitudine cazzara a go-go, classicamente thrashcore, che affonda le sue radici nei mitici S.O.D.. Il refrain contiene delle backing vocals, mentre la linea vocale risulta essere nevrotica sulla strofa e pungente nel chorus. Decisamente efficaci le strutture ritmiche, che nonostante la semplicità di fondo riescono a rendere travolgente il brano, con tanto di parte mosh a seguito del secondo ritornello, avviata dall’urlaccio aizzatore del vocalist Messiah. Ana(l)thema – a proposito, complimenti per il titolo! – è più cattiva: proprio in questo brano vengono fuori le influenze più estreme della band, roba che rimanda ai Sodom tanto per fare un nome. Convincente il refrain, che riesce a fissarsi in testa. Infine, a chiudere questo rapidissimo e serratissimo viaggio, troviamo Vatican Mafia Rave Party che, dopo un attacco in pieno stile Municipal Waste, prende coordinate classicamente thrash metal, in qualche misura prossimo allo stile dei Warbringer, per citare una delle nuove leve del genere. Ottima la variazione dopo il secondo refrain, con cantato in italiano.
Per quanto concerne la produzione, ad opera di Daniele Giordana, live sound engineer degli Hatebreed, si possono muovere ben pochi appunti: volumi ben settati, suoni nitidi e potenti, il tutto insomma sopra gli standard di un’autoproduzione media. L’unico difetto può essere riscontrato nel suono delle chitarre, un po’ più compresso del necessario, e che quindi perde parte del suo impatto. Altra nota relativamente negativa di Fiesta è il songwriting, nel senso che tutti e tre i brani risultano seguire lo stesso canovaccio: strofa-ritornello-strofa-ritornello-variazione. A dispetto di ciò, tuttavia, i Motam riescono a costruire brani brevi e divertenti, con riff semplici eppure funzionali, con parti mosh e variazioni ritmiche ben congegnate. La maturità per un full-length c’è, e con qualche miglioria al comparto compositivo potremmo ritrovarci tra le mani un album da party selvaggio.
Luca ‘Nattefrost’ Trifilio
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Tracklist:
01. Fiesta (02:50)
02. Ana(l)thema (02:32)
03. Vatican Mafia Rave Party (03:27)
Line-up:
Messiah – voce
Los – chitarra
Zappa – basso
Joe – batteria