Recensione: Fighting for the Flame
Si potrebbe disquisire per anni riguardo la vera essenza dell’heavy metal. Probabilmente quello che si aspetta la maggioranza dei fan di questo genere di musica è potenza mista a emozioni. Specificatamente queste caratteristiche sono quelle che fanno sognare territori inesplorati e mondi lontani dalla realtà, spesso nella penombra della propria stanzetta, con lo stereo a volumi indecenti o in cuffia. Congiuntamente permettono di guardare con positività al reale valore della vita e godersi con il sorriso sulle labbra, nonostante tutto, lo scorrere del tempo.
Centinaia di album HM sono in grado di sprigionare questo genere di alchimia. Sempre più spesso capita che un disco di una band italiana riesca in questa non facile impresa. Restando in ambito 2008, per quanto attiene il genere, mi vengono in mente i lavori di Skanners e Tarchon Fist.
Fighting for the Flame, il secondo lavoro in studio degli Assedium, si colloca a pieni voti nel novero di dischi capaci di cotanta magia.
Il possente maglio del metallo inizia a dispensare, con devastante fierezza, mazzate indicibili nell’opener Winter is Coming: 4 minuti e 44 secondi di assalto all’acciaio accompagnato da una doppia cassa terremotante che non lascia prigionieri. Epica pura mista a violenza, detto tutto! The Flame si muove su ritmiche veloci a la Judas Priest (chi ha detto Leather Rebel?) e sorprende per il piglio con il quale il singer Fils riesca ad addomesticare le parti strumentali a proprio piacimento. Ivanhoe rappresenta la dedizione dei Nostri ai maestri americani dell’epic metal, nella fattispecie i primi Manowar, sviluppandosi all’interno di vocalizzi eroici misti a furiose schitarrate e parti melodico/evocative.
In Primal Rage è il metallo straclassico ipervitaminizzato a dettare legge, a metà fra Judas e Primal Fear, con cori maschi a la Accept, mentre White Goddes è finissima Nwobhm ariosa arricchita da chitarre affilate come rasoi e soli al vetriolo. Per chi scrive uno degli highlight del disco. Si continua senza redenzione con Desecration, altro capitolo discepolo di taluni mostri sacri di Birmingham, con chorus di matrice thrashy. Romanitas pare scritta direttamente in mezzo a un campo di battaglia, dal tanto è pregna di fierezza e riff incessanti. Achaen Glory gronda ancora HM massiccio e battagliero così come Osiris. Si chiude con Where Seawolves Dare, con tanto di onde marine poste all’inizio del brano. Si tratta di una semi ballad dal sapore antico di quasi dieci minuti che mesce impennate eroiche a melodia diffusa.
Fighting for the Flame è un disco che non dà tregua alcuna, lasciatevi investire da cotanta dose di sano e puro metallo incontaminato. Dopo un album del genere e una prova maiuscola dietro il microfono “dagli all’untore” a chi si permette di dire che Luca “Fils” Cicero non può essere a tutti gli effetti considerato un vichingo perché basso, con la pancia e per di più italiano! Ah,ah,ah!
Stefano “Steven Rich” Ricetti
Line-up:
Vocals- Fils
Guitars- Chicco
Guitars – Guido
Bass – Drake
Drums – Damien
Tracklist:
1 Winter Is Coming
2 The Flame
3 Ivanhoe The Knight Errant
4 Primal Rage
5 White Goddess
6 Desecration
7 Romanitas
8 Achaean Glory
9 Osiris
10 Where Seawolves Dare