Recensione: Fire, Walk With Me
Tre demo alle spalle datati 2001 e 2003 aprono le porte a questi VII Gates che tra mille peripezie riescono ad assicurarsi un contratto con la Sound Riot Records e registrare di conseguenza il loro debut-album tra luglio e ottobre del 2003.
“Fire, walk with me”, questo il titolo del platter, si dipana lungo 52 minuti di discreto classic heavy metal dalle profonde radici hard rock anni ’80. Il lavoro degli svedesi è supportato da vari special guest che vi elenco di seguito: Kee Marcello (Europe), Chris Ammott (Arch Enemy, Armageddon), Tommy Denander (Radioactive) e Janne Stark (Locomotive Breath): le basi per un ottimo lavoro ci sono tutte, andiamo a scoprire se sono tutte rose e fiori!
Il suono secco e tagliente di una chitarra distorta apre “Bounded by hate”, prima track, e giunge subito all’orecchio il buon lavoro fatto in fase di missaggio e registrazione con i suoni che appaiono puliti e davvero molto chiari. Alla chitarra si sovrappone ben presto una tastiera ispirata e soprattutto la buona voce (almeno in questo caso) di Criss Blackburn che si ispira nettamente ai più famosi singer della scena hard rock melodica contemporanea ed il brano fila via liscio in quanto è supportato da ottime melodie che lo rendono godibile al primo ascolto.
“The saviour” non mi ha lasciato una così ottima impressione rispetto alla track precedente. Ci troviamo di fronte ad un classico up-tempo reso però poco piacevole proprio dalla voce, croce e delizia (in questo caso croce) che a tratti risulta ai limiti della stonatura, senza contare il davvero brutto assolo centrale di una sottospecie di fisarmonica modello “la bella Napoli” che appare completamente disgustosa e fuori luogo: da dimenticare.
Ottimo l’inizio a tutta velocità della successiva “Seconds left to live”, che si perde però a poco a poco con l’andare avanti dei minuti: troppo prevedibile e scontato per fissarci l’attenzione per più di uno o due ascolti. Sottolineo comunque il delizioso assolo centrale di chitarra da parte del leader Mick van Slowfoot che verrà apprezzato da più di uno di voi.
Chitarra ritmica pronta a scandire la successiva “Under crossed bones” e finalmente torniamo a buoni livelli con un pezzo “strong” che fa del suo forte un epico giro di chitarra poggiato su una sezione ritmica all’altezza della situazione, un chorus da cantare fin dal momento in cui lo si ascolta e da un susseguirsi di assoli concentrati al centro del pezzo.
Scendiamo a ritmi più blandi ascoltando la power ballad “So far away” ma, ahimè, consiglio agli svedesi di cimentarsi esclusivamente su pezzi più veloci se questo è il risultato finale proprio perchè nulla di più scontato poteva essere scritto e suonato.
Con “Tormented” la qualità media del prodotto subisce variazioni in ribasso in quanto la sesta è indubbiamente la track peggiore ascoltata sin ora e non si ha la benché minima idea di che cosa ci si trovi di fronte: tra vari cambi di tempo nei momenti sbagliati ed una melodia che non ha intenzione di decollare premo il tasto skip verso “Love Bullet” che devo ammettere dotata di un refrain piacevole anche se onestamente impersonale. Lasciamoci gradatamente trasportare nota dopo nota verso la terz’ultima “A dark room of my mind” rappresentata da un lento incedere di keyboard che funge da introduzione e da un tappeto di chitarre ritmiche che lasciano ben presto il posto ad una buona cavalcata speed/power dove i nostri si sono dilungati un po’ troppo nell’intento di ricercare a tutti i costi una portante melodia a lungo termine con la conseguenza di rendere il tutto quanto mai prevedibile.
Sinceramente mi aspettavo molto di più da questo lavoro e finalmente giungo a due ottime song di chiaro stampo maideniano. I riff presenti in “Like a Rock”, infatti, più di una volta mi hanno ricondotto a “Revelations” e va bene così: una ventata di freschezza è ben accetta come è ben accetta anche “The madman inside”, anche se non incide sicuramente sulla mia valutazione finale dell’elaborato che vi ho presentato: una canzoncina piacevole resa graziosa proprio dai già citati riff di carattere old school.
Un CD che raggiunge a mala pena la sufficienza grazie all’ottima prova in fase di registrazione e di missaggio, ma consiglio alla band e all’etichetta di non fermarsi troppo su un filone già trito e ritrito di lavori come questo “Fire, walk with me” e di provare a produrre qualcosa di personale altrimenti, cari ragazzi, si cade nel fantomatico oblio.
Alla prossima.
Gaetano “Knightrider” Loffredo
Tracklist:
- Bounded by hate
- The saviour
- Seconds left to live
- Under the crossed Bones
- So far away
- Tormented
- Love Bullet
- A Dark room of my mind
- Like a Rock
- The madman inside