Recensione: Fireworks

Di Enkidu - 16 Marzo 2002 - 0:00
Fireworks
Band: Angra
Etichetta:
Genere:
Anno: 1998
Nazione:
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85

E’ difficile comprendere a fondo questo “Fireworks“, terzo disco degli Angra, e sinceramente non è affatto facile recensirlo. La band brasiliana si presenta con un album molto differente dai suoi predecessori. Angels Cry era un album molto evocativo e veloce, Holy Land era un’opera prog melodica e sinfonica con pochi eguali, invece questo Fireworks è un disco leggero, molto evocativo ma molto meno metal degli altri.

Il sound del disco è quantomeno anomalo, le chitarre sono più calde, le canzoni molto più leggere andando quasi a sfiorare il rock in canzoni come “Gentle Change“, la voce di Matos è più bassa ma con continui cambi di tono. E’ un album strano sotto ogni punto di vista. Secondo me non ha nulla a che vedere con le precedenti produzioni degli Angra e può essere considerato un passaggio “alternativo” nella loro carriera metal, pur essendo un ‘ottimo disco facilmente ascoltabile e tecnicamente eccelso.

Passiamo ad una veloce descrizione delle canzoni presenti:

Gia dall’inizio c’è qualcosa di strano, manca la classica intro del gruppo brasiliano, infatti il disco parte subito con “Wings Of Reality“. Qui si nota subito l’apporto di Chris Tsangarides (produttore di Y&T, Malmsteen, Judas Priest), infatti il sound rispetto ai precedenti album è sicuramente più ricco e definito. La canzone è un ibrido power/prog molto veloce con influenze neoclassiche e numerosi virtuosismi musicali. Si passa poi a “Petrified Eyes” che inizia con dei riff di chitarra soft, quasi jazz, che ci introducono ad una canzone che in alcuni punti ricorda il sound Iron Maiden intervallato da stacchi acustici. Troviamo quindi “Lisbon“, canzone che fece da apripista al disco come singolo, e si presenta come una pseudo-ballad con la voce di Matos decisamente più alta rispetto al resto del disco. Quello che rende speciale la canzone sono comunque le orchestrazioni di violino che si mescolano a chitarre e batteria per formare un tutt’uno con la voce.

Quarta canzone è “Metal Icarus“, una delle più apprezzate dai fans e presentata spesso in concerto. Insieme a “Wings Of Reality” questa è sicuramente la canzone più simile allo stile Angra di tutto il disco. Segue “Paradise“, traccia lunga che parte con un pesante riff di chitarra e che parla della lotta dei gladiatori nelle arene. Sesta canzone “Mystery Machine“. Musica potente e piena di piccoli suoni in background che si notano solo dopo molti ascolti. Si passa quindi alla titletrack “Fireworks“. Un tributo al nuovo anno e all’amore in musica con parti vocali e musicali che ricordano i fuochi d’artificio che ci danno il benvenuto al nuovo anno. Sicuramente la canzone più strana e prog dell’intero album, ma probabilmente una delle più belle e riuscite. Veramente commovente il solo di chitarra nella parte centrale.

Si arriva quindi ad “Extreme Dream” che parte con un assolo delle due chitarre con suoni ben distinti e molto prog e ci apre quella, che a mio parere, è la canzone migliore dell’album dove Matos da il meglio di se e dove Loureiro e Bittencourt si destreggiano con riff di chitarra ottimamente eseguiti. Nona track è “Gentle Change” che parte con suoni quasi caraibici ma che dopo il primo minuto diventa una ballad rockeggiante con una voce sottile e delicata. Ultima canzone è “Speed” e il titolo dice tutto, quasi 6 minuti di doppia cassa, veloci assoli di chitarra con Matos che verso la fine tiene un acuto incredibilmente alto per diversi secondi dimostrandoci ancora ciò di cui è capace.

In conclusione possiamo dire che questo “Fireworks” quando uscì ricevette molte critiche, questo perché non riproponeva la stupenda atmosfera dei primi due dischi, ma questo fa di questo disco un qualcosa di unico e la band va ammirata per avere tentato, ed essere riuscita, ad innovarsi senza perdere qualità. Tecnicamente eccezionale, io consiglio vivamente a tutti di riascoltarlo e rivalutarlo per quello che è senza pensare agli altri lavori della band brasiliana, inoltre è anche l’ultimo loro lavoro con Matos e questo è veramente un peccato.

Tracklist:

01) Wings Of Reality
02) Petrified Eyes
03) Lisbon
04) Metal Icarus
05) Paradise
06) Mystery Machine
07) Fireworks
08) Extreme Dream
09) Gentle Change
10) Speed

Written by David “Enkidu” Bossi, The Wildman

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