Recensione: First Step
Con colpevole ritardo arriviamo finalmente ad occuparci del debutto dei nostrani The Steel Bones.
Band di recente formazione, il quartetto marchigiano ha avuto origine in pieno lockdown. I due fondatori Carlo Lantieri e Ivan Battistella, orfani dell’attività live svolta solitamente in varie cover band, nel corso del 2020 hanno, infatti, sentito l’esigenza d’imbarcarsi in un progetto che potesse mettere in luce il loro personale contributo alla causa della musica rock.
Forti venature sudiste mescolate con parecchia attitudine seventies. Suoni semplici e vigorosi, presi dai libri di storia nei capitoli dedicati a Free, Ac/Dc, Outlaw e Black Crowes, costruiscono brani che non di rado mostrano affinità con i più contemporanei Wolfmother e Buckcherry. C’è una buona vena creativa che si agita alla radice delle otto composizioni di “First Step“, scritte con un sguardo al passato, senza tuttavia perdere di vista la contemporaneità revivalistica che negli ultimi anni ha riscoperto con vigore la bellezza di un certo tipo di suono.
Ci sono scelte ancora perfettibili (alcuni cori ripetuti all’infinito, ahimè, alla lunga tediano un po’). Le atmosfere rurali e polverose di pezzi come “West End Highway“, “Scars Remains” e “Hunter of Tears” hanno in ogni modo un forte potere evocativo, carico di suggestioni che non esitiamo a definire magnetiche.
In generale i The Steel Bones dimostrano di avere qualità interessanti. Lungo la scaletta del loro esordio si incontrano buone idee, suoni vivi ed in pieno risalto.
Soprattutto, si percepisce una genuina passione per il rock più vero e vissuto, che non cerca particolari artifici e basa tutto se stesso sulla forza di un buon riff di chitarra ed una melodia spiccia, senza ornamenti superflui.
La potente “Good to be Alive”, probabilmente il momento più emblematico, è un esempio molto chiaro di quanto a disposizione nell’arsenale dei The Steel Bones.
Un buon rock dalle venature southern, con qualche vago sentore stoner, molta energia ed un che di romantico dissimulato qua e la, a far da collante.
Al netto di qualche sfumatura da affinare, un esordio per nulla malvagio…
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