Recensione: Five Serpent’s Teeth
Il colpaccio è arrivato! Da anni gli Evile spingono sull’acceleratore per raggiungere il gruppo di testa, quello delle band che contano. E pur, considerato il revival che da qualche anno sta (ri-)donando linfa vitale a un thrash metal da anni strisciante nell’underground, ma sempre vivo come non mai, ci sono, per fortuna, ancora gruppi in grado di riproporre il caro vecchio sound in chiave rispolverata (diciamo ‘moderna’) e brillante per entusiasmo. E tutto questo senza uscire dai binari (relativamente) unidirezionali le cui tracce sono state segnate nei tempi passati dagli act dell’East-Coast statunitense.
Gli Evile possono infatti esser tranquillamente eletti a miglior ensemble del Regno Unito attualmente in circolazione a cui, per onorato dover di riconoscenza, ci sentiamo d’affiancare Xentrix e Onslaught nonché i Gama Bomb. Rispetto al passato, gli Evile approcciano a un thrash metal assai dinamico nelle ritmiche, veloce nell’esecuzione dell’azzeccato riffing che identifica i vari brani. Alla base sussiste sempre l’impulso determinante delle forze d’oltreoceano, in particolare quelle potenti di matrice Testament, ma la personalità che identifica il songwriting di questi dieci brani è evidente. Tale evidenza si coglie nel gusto con cui vengono interpretati i pezzi, nelle melodie così ‘europee’, quelle che hanno fatto la fortuna del movimento apple-core inglese a cavallo tra anni ottanta e novanta. Inoltre, quello che colpisce maggiormente è che il tutto fila via liscio che è un piacere sebbene d’idee ce ne siano tantissime. Idee semplici ed efficaci. Verrebbe quasi da pensare che il tutto sia stato puntellato qua e là da un modo di intendere l’aspetto compositivo, passatemi il termine, filo-voivodiano. Non mi riferisco alla ‘progressività’ con cui l’immortale combo canadese ha definito i propri capolavori discografici, né all’uso accentuato di componenti punk, ma alla capacità di miscelare con grande efficacia le idee puramente thrash, senza rendere il tutto pesante o poco originale. Perché, sì, qui di originalità ce n’è, ma ancor più c’è personalità che, finalmente, dopo sette anni di carriera professionale e tre full-length all’attivo, ci permette di ipotizzare la presenza sulle scene di una grande band che spicca, ribadisco, per personalità e capacità.
Ora infatti li riconosciamo, sebbene già si intuisse quanto spessore caratterizzasse album come “Enter the Grave” del 2007 e “Infected Nations”, penultima fatica pubblicata due anni fa, nel 2009. Non mancano ovviamente sezioni soliste efficaci, riffing che oscillano tra il potente, classico del thrash metal canonico, e il graffiante, così come insegnava la bibbia del teutonic, quello idealizzato piu di tutti dai Kreator del post “Extreme Aggression” ovvero quello più curato e fruibile da orecchie poco allenate all’acido sound fin quel momento prodotto in Germania. Ecco, quello che ascolterete qui è forse la sintesi meglio riuscita fino ad oggi per quanto concerne il sound thrash metal ‘moderno’. Non ci possiamo permettere di avere ogni giorno sotto casa band come i Nevermore, ma nemmeno, ritengo, sia il caso di far passare per efficaci certe uscite fotocopia di quanto prodotto dai grandi del passato.
Con “Five Serpent’s Teeth” gli Evile sembrano aver trovato un’alchimia perfetta tra il vecchio e il nuovo, tra il thrash metal ormai canuto e quello nuovamente in grado di generare rinnovati headbanging. Largo ai giovani quindi. In tutti i sensi.
Nicola Furlan
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Tracce:
1. Five Serpent’s Teeth 5:45
2. In Dreams Of Terror 5:20
3. Cult 5:01
4. Eternal Empire 5:45
5. Xaraya 6:15
6. Origin Of Oblivion 5:06
7. Centurion 5:57
8. In Memoriam 5:57
9. Descent Into Madness 4:35
10. Long Live New Flesh 5:28
Durata 55 min.
Formazione:
Matt Drake – Chitarra, Voce
Ol Drake – Chitarra
Joel Graham – Basso
Ben Carter – Batteria
