Recensione: Fizala

Di Alessandro Calvi - 2 Settembre 2004 - 0:00
Fizala
Band: Abgott
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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75

Ecco qualcosa che non mi sarei aspettato di ascoltare in vita mia, e probabilmente non mi sarei neanche aspettato di apprezzarlo!
Sto parlando degli Abgott, progetto nato da un italiano, rispondente al nickname di Agamoth, trasferitosi a Londra e qui messosi al lavoro su diverso materiale, tra cui spicca in particolar modo quello che ho tra le mani.

Da cosa nascono i miei commenti sulla “stranezza” di questo disco? Beh, praticamente da tutto ciò che ne concerne l’ascolto. Il genere è nettamente iscrivibile nel black, ma sia come sono realizzate le canzoni, che le influenze che le contraddistinguono sono qualcosa che non ho mai sentito da nessun altra parte.
È alquanto difficile descrivere a parole queste canzoni, in effetti la cosa migliore sarebbe quella di ascoltarle. Comunque partiamo col dire che una caratteristica comune a tutte, benchè siano decisamente diverse tutte le une della altre, è una certa tendenza a risultare a volte cacofoniche. In molti casi infatti ci troviamo di fronte a composizioni con voci, chitarre, basso, tastiere e batteria in cui gli strumenti si inseguono gli uni con gli altri, si intrecciano, si sovrappongono in un tutt’uno caotico eppure eccezionalmente coinvolgente.
Dal punto di vista vocale Agamoth utilizza un numero impressionante di stili, troviamo passaggi in growl e scream di vario tipo, parti parlate con voce roca e altre in cui la voce è filtrata elettronicamente. Per quanto riguarda la lingua poi, troviamo principalmente passaggi in inglese a cui però sono associati anche frasi in italiano e altre pronunciate al contrario. Come del resto andrebbero letti anche diversi dei titoli delle canzoni della tracklist.
A cedere al caos che contamina tutto questo disco veramente malato è anche la scaletta stessa delle canzoni come si può constatare solo in parte da quella che ho riportato qui sotto. I brani sono tutti di lunghezza variabile e tra essi senza soluzione di continuità troviamo canzoni lunghissime come quella che chiude il disco oppure altri intermezzi della durata di meno di un minuto. Intermezzi che spesso sono realizzati in gran parte con accorgimenti elettronici che, strano a dirsi da parte mia, non sembrano fuori luogo, al contrario si iscrivono perfettamente in questo sapiente e caotico mix. È infatti ad essi che è deputato il compito di creare l’atmosfera che contraddistingue questo album, una atmosfera non tanto cupa quanto inquietante, così particolare, e per certi versi aliena, da mettere a disagio in vari passaggi l’ascoltatore.
Risultato che naturalmente non può che essere apprezzato da ogni serio estimatore del black metal, facendo in questo modo il “gioco” di Agamoth che centra decisamente il segno con questo disco.

Parlando del concept alla base del disco, sono sicuro che a molti non saranno sfuggiti i nomi dei Grandi Antichi presenti in quasi tutti i titoli delle canzoni e partoriti all’inizio del 1900 dallo scrittore americano Howard Phillip Lovecraft. Dunque, il disco in pratica si muove tutto attorno al Necronomicon, il libro fantastico inventato dal solitario di Providence, il più famoso degli pseudo-biblia, spesso da alcuni ritenuto un reale libro di magia nera.

Per concludere devo ribadire le stesse parole con cui ho aperto la recensione. Si tratta di un album tanto particolare, strano, fuori dagli schemi, che mai mi sarei aspettato di apprezzarlo quando me lo hanno accennato. Dal punto di vista della proposta sicuramente gli Abgott non possono essere tacciati di essere un ennesimo gruppo “copia & incolla”, l’originalità è decisamente una delle loro armi più affilate. Questa estrema originalità però potrebbe da un certo punto di vista anche mostrarsi controproducente perchè così fuori dagli schemi da spiazzare più di un ascoltatore. Su questo punto davvero non si può che esclamare: “Ai Posteri l’Ardua Sentenza”.

Tracklist:
01 Orucsolledovres Azaraq’s Fizala Tales
02 Lanrutcon Nyarlathotep
03 [untitled hidden track]
04 The Eye Yog-Sothoth
05 From Thy Beyond Shub-Niggurath
06 Aren Anul Al Ottos Ailgattab Hastur
07 Nominato Essere Deve Non Colui Htohtaza
08 Thy Evocation Chtulhu, pt 1
09 Thy Evocation Chtulhu, pt 2
10 Thy Evocation Chtulhu, pt 3
11 Thy Evocation Chtulhu, pt 4

Alex “Engash-Krul” Calvi

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