Recensione: Fizzy Pop
Nati nel 2005 nella capitale inglese, i Towers Of London si presentano come una rock band con influenze punk e sleazy. Fondati dai fratelli Tourette (pseudonimo di Patrick e Francis Brannan), annoverano tra le partecipazioni di prestigio, due date d’apertura al tour britannico dei Guns n’Roses nel 2006, e una per i New York Dolls, oltre a una serie tv in dieci puntate dedicata a loro.
Il disco precedente “Blood, Sweet and Towers”, datato 2006 e accolto dalla critica piuttosto bene, risponde con fedeltà alla descrizione, regalandoci un convinto, semplice, orecchiabile (e ruffiano), glam rock che ben si lascia ascoltare, risultando una miscela azzeccata del sound di Sex Pistols e Guns n’ Roses.
Le premesse sembrano ottime quindi. Una band emergente in mezzo a questo revival ottantiano che vuole recuperare quello sleazy e quella sfacciataggine che rendeva grandi i gruppi di un epoca lontana, periodo in cui, giova ricordarlo, il Regno Unito ci regalò i mitici Tigertailz.
Mentre dalla terra natia degli Europe, oggi, Wig Wam e Hardcore Superstar sembrano dettar legge, finalmente una band inglese che potrebbe creare concorrenza….
O forse no.
Forse non basta l’apparenza e una serie tv dedicata per diventare davvero grandi.
Il gruppo ha sempre attirato la maggior parte dell’attenzione dei media soprattutto per l’atteggiamento da rock-vandali, non esente da droga, risse e denunce.
A luglio The Rev e Snell – rispettivamente chitarra solista e batteria – stanchi di infinite follie, lasciano, adducendo come motivo principale “il non futuro della band”. Per i due, I Towers of London si erano dimenticati della musica e si stavano lasciando andare solo al divertimento. Il combo si stava trasformando nel Donny Tourette Show (voce e co-fondatore del gruppo), famoso per le sue avventure di droga e risse, portate all’apice con la sua partecipazione al Celebrity Big Brothers, show al quale si presentò ubriaco ed in stato d’evidente alterazione, ed abbandonato dopo soli tre giorni.
Messi da parte gli eccessi per ritornare alla musica vera e propria, ecco però un nuovo album dal titolo “Fizzy Pop”, un disco che, diciamolo subito, si presenta abbastanza debole e monotono. Le influenze sex-pistoliane, infatti, prendono il sopravvento, lasciandosi contagiare da vere e proprie incursioni nel brit-pop di bassa lega.
Il singolo “Naked on the Dance Floor”, opener del cd, non brillando sicuramente per originalità, parte bene, ma è immediatamente spento da una strofa davvero troppo banale, seppur risollevata dal ritornello. Un brano che si lascia ascoltare senza suscitare troppi scalpori.
A seguire, ”Go Sister Go”, il futuro secondo singolo, uno dei due o tre pezzi veramente validi dell’album e uno dei pochi ancora legati allo sleazy. La struttura però è identica a quella precendente: riff, strofa solo voce e sezione ritmica con qualche inserimento di chitarra e ritornello. Formula che rimarrà pressochè invariata fino alla fine del platter.
Ecco poi “1984 (Nanny Nation)”, traccia in cui si trovano idee interessanti, purtroppo malamente sviluppate, o meglio non sviluppate e lasciate allo stato grezzo. Altra caratteristica questa che si riscontra in tutto il lavoro.
Si va infatti da validi riff tipicamente hard-rock a linee vocali pop, passando per episodi simil-punk come “Avaline” e “Bishop Gate”.
Da segnalare anche “Star the Rupt”, canzone con una sezione strumentale davvero Hard, irrimediabilmente impoverita dalla voce effettata, fastidioso vizio, tipico di quel pop-punk-rock che va per la maggiore in quest’ultimo periodo, che è carattere costante, e irritante, di tutto il disco.
Mazzata finale, la “ballad acustica”, “New Skin”, inutilmente melensa e a tratti deprimente, in cui Danny Tourette fa letteralmente accapponare la pelle con delle stonature clamorose nel cantato.
Le idee ci sono, ogni tanto sbucano fuori e fanno drizzare l’orecchio. Ma questo non basta e nonostante l’attenzione sia sporadicamente attirata, l’album si rivela, come detto, monotono e prolisso, seppure con una durata media delle canzoni attestata sui classici tre minuti e mezzo.
La prima parte del cd è sicuramente quella che più si presta a essere riascoltata, ma si perde inevitabilmente nella seconda per i motivi sopraccitati.
Un album mediocre insomma, con qualche sprazzo non sviluppato e lasciato morire nella costante piattezza dei brani, mediocrità non risollevata neanche dalla produzione, a dir poco minimale.
I Towers Of London, o sarebbe meglio dire il duo Tourette, continuerà in ogni caso a portare avanti il motto “Drink, Fight and Fuck”: se si vuole essere una rock band tuttavia, forse sarebbe il caso di aggiungere e non dimenticare mai la parolina “Music”.
Un vero peccato visto il sorprendente album d’esordio.
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Tracklist:
1. Naked on the Dance Floor
2. Go Sister Go
3. Time Is Running Out
4. 1984 (Nanny Nation)
5. Queen of Cool
6. Start the Rupt
7. When She Comes
8. Avaline
9. If I Don’t Feel Good
10. Bishops Gate
11. Beach Bar
12. New Skin
Line Up:
Donny Tourette – Voce
Dirk Tourette – Chitarra
Tommy Brunette – Basso
James Phillips – Chitarra
Ben Taylor – Batteria