Recensione: Florence 99 [Reissue]
Altra uscita dai risvolti completistici bizzarri, questa dei Florence 99. Così come Breaking Down The Walls degli Oxido (qui recensione), nel 1990 venne realizzata nelle tre modalità classiche del periodo (Lp, Cd e musicassetta) per poi trovarsi qualche lustro dopo ad assumere valori impensabili riguardanti la valutazione di quella in Cd. Come già esplicitato per gli Oxido, ovviamente per chi si interessa di queste situazioni in ambito collezionistico, perché poi alla fine la cosa che conta di più è possedere un prodotto fisico all’altezza delle aspettative, di stampo ufficiale, che possa essere suonato quante più volte si voglia ed è la Minotauro Records a proporre la ristampa in Cd dell’opera unica dei Florence 99 in questo inizio del 2023.
Nella seconda metà degli anni ’80 la CGD si distinse, fra le major, per l’attenzione che dedicava alle uscite hard’n’heavy di casa nostra. Skanners e Sharks beneficiarono del supporto della potente etichetta per un periodo e la stessa, fortunata sorte, toccò ai Florence 99.
La figura centrale del gruppo era costituita da Manuel Manzani, chitarrista e session man piuttosto famoso all’epoca (nota la sua partecipazione ad alcuni dischi di Umberto Tozzi, Enrico Ruggeri e Raf). La leggenda narra che durante una sua puntata in terra americana per una collaborazione con Gene Simmons dei Kiss si imbatté in Jay Wood, biondo cantante di origine svedese fisicamente molto somigliante a Mike Tramp dei White Lion, nella mente di Manzani il frontman ideale per il progetto Florence 99. Il tempo di reclutare Andy Corsello al basso e assicurarsi la collaborazione di Joe Metti alla batteria et voilà, la line-up della band era bella che consolidata.
Da lì a registrare il disco, sotto l’egida di Giancarlo “Katamar” Bigazzi (produttore, compositore e paroliere, già membro degli Squallor) il passo fu breve e Florence 99 va ad affollare gli scaffali dei negozi di dischi nella seconda metà del 1990.
Lo spirito che alberga nella band è quello di sbattersene assolutamente delle classificazioni e degli eventuali mugugni dei die hard fan di questo o quel genere duro. Il disco è un concentrato di tracotante Hard Rock melodico, AOR, Disco Dance e Funky, dall’appeal spudoratamente trasversale, quindi in grado, a piccole dosi, di accontentare un po’ tutti i tipi di ascoltatori. E, ovviamente, scontentarne altrettanti.
All’epoca destò stupore e piacere (ma anche imperiali rosicate, da parte degli altri vari competitor, fuori dai giochi) constatare che anche certuni colossi (CGD, Bigazzi) dedicassero attenzione a un genere, l’hard rock italiano, che sino a quel momento non aveva ricevuto lo status che probabilmente si meritava. Durò poco, il sogno, invero, ma tanto quanto bastava per scodellare schegge impazzite quali “Gloria”, rivisitazione in chiave rock in lingua inglese del pezzo di Tozzi divenuto poi strafamoso in tutto il mondo anche grazie alla cover operata da Laura Branigan, la dinamica e ammiccante “Rock’n’Roll (I Feel So)”, la discotecara “Gimme Money” e l’accoppiata “Bloody Mission”/“Gotta Lotta Love”, i brani più duri del lotto (eufemismo), con quest’ultima vicinissima ai Whitesnake.
La parabola dei Florence 99 finì presto, senza lasciare altre tracce e il disco omonimo permane come la loro unica testimonianza ufficiale. La ristampa Minotauro, al solito molto curata a livello di materiali impiegati, si accompagna a un booklet di dodici pagine con tutti i testi, una facciata dedicata ad alcune foto della band in bianco e nero per chiudere con le note tecniche di prammatica.
Per quanto afferente le conclusioni, basti rileggersi la chiosa della recensione degli Oxido, il concetto è il medesimo.
Stefano “Steven Rich” Ricetti