Recensione: Fooled Eyes

Di Riccardo Angelini - 5 Settembre 2006 - 0:00
Fooled Eyes
Band: Thessera
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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62

E’ il momento del battesimo del fuoco per i Thessera, giovane formazione progressive dai natali brasiliani. Natali che quasi immediatamente rinviano la mente a un’altra – più celebre – realtà del panorama sudamericano, quegli Angra con i quali gli stessi Thessera hanno diviso il palco nel 2004.

Come nel caso della band di Loureiro e Bittencourt, i nostri mirano ad assimilare nel loro sound una peculiare componente folcloristica, gettando nel calderone anche elementi di fusion, blues e musica classica. Non del tutto peregrine saranno le perplessità di quanti dovessero giudicare una tale proposta fin troppo ambiziosa, anche e soprattutto in considerazione della giovane età della band. Questi sei ragazzi dimostrano tuttavia fin dalle prime note dell’opener strumentale Le Chef D’oeuvre di avere tutti i mezzi per mettere in pratica le proprie idee, con una confidenza a tratti sorprendente. Se problemi possono esserci, dunque, vanno ricercati in un’altra direzione.
Con una formazione di ben sei elementi, tutti determinati a ritagliarsi il proprio spazio, le composizioni finiscono infatti per pagare il prezzo dall’elevata densità sonora. Sono soprattutto i primi ascolti quelli più ostici da superare, particolarmente nei casi in cui la componente fusion riesce prendere il sopravvento. In più passaggi la band dà l’impressione di smarrirsi in costruzioni molto elaborate ma fin troppo dispersive, con i volenterosi strumenti che in alcuni eccessi di foga arrivano anche a soffocare la voce del singer Marcelo Quina. Complessivamente buona peraltro la prestazione di quest’ultimo, pulita e priva di sbavature anche sui terreni più impervi, sebbene i suoi interventi non siano sempre incisivi come sperato.
A livello di individualità convince particolarmente la prova ai tasti d’avorio di Rodolfo Amaro – suo un ottimo break di tastiera dal sapore classicheggiante su Broken Psyches – capace di distinguersi per il proprio gusto soprattutto in fase di assolo. Sotto il suo nome vanno ascritti alcuni degli spunti più interessanti dell’album: si prenda a esempio il contributo pianistico alla frizzante Party’s On, forte di una piacevole apertura jazz e di un’incalzante trama carica di dinamismo, doti che ne fanno la punta di diamante del disco. Peccato solo che la prolissità endemica che affligge la band finisca con eccessiva frequenza per prendere il sopravvento. Si tratta certamente di un peccato di gioventù comprensibile, ma che alla lunga può annichilire l’ascoltatore meno avvezzo a questo tipo di sound, costretto a fronteggiare una schiera incalzante di pezzi inclini a superare con disarmante facilità la soglia dei sei-sette minuti, fino ai dieci dell’emblematica The Gallery. Molte idee insomma, alcune delle quali decisamente valide, ma non sempre articolate in modo sufficientemente organico. E non migliorano certo la situazione gli occasionali interventi del recitato – non esattamente impeccabile – che nelle tracce centrali si innesta sul tessuto musicale per scandire le fasi cruciali della storia narrata nei testi (a quanto pare la moda dei concept sembra ancora lungi dall’estinguersi).

In fin dei conti l’impressione complessiva è che la fretta di dimostrare il proprio valore abbia giocato un brutto tiro alla band: i semi delle buone idee sparpagliati in tutta la tracklist hanno finito per sottrarsi nutrimento a vicenda, finendo così per negarsi l’opportunità di generare i frutti sperati. Un vero peccato, perché in più di un’occasione i Thessera avevano dato l’impressione di essere in procinto di spiccare il volo, impressione che nei fatti non hanno saputo confermare.
Ma non si vuole neppure emettere contro questa giovane band, comprensibilmente inesperta ma davvero promettente, un giudizio troppo severo. Fooled Eyes è pur sempre un lavoro che saprà conquistarsi i favori dei progster più incalliti, ma che i non addetti ai lavori dovrebbero prendere con le pinze. Sarà comunque bene non perdere di vista questi ragazzi, nell’attesa che il tempo permetta loro di maturare una personalità più concreta e smaliziata.

Tracklist:
1. Le Chef D’œuvre (3 :27)
2. The Gallery (10 :37)
3. Broken Psyches (6 :37)
4.Candlefire (5:29)
5. The Leading Roles (5:06)
6. Party’s On (7:28)
7. Inverse (9:14)
8. Conflagration (7:42)
9. Heaven’s Gate (9:07)

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62