Recensione: For A Broken Dime

Di Vito Ruta - 19 Luglio 2023 - 9:00
For A Broken Dime
Band: Kikimora
Etichetta:
Genere: Hard Rock 
Anno: 2023
Nazione:
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72

Fondata dal chitarrista Nikolo Kotzev (in molti lo ricorderanno per i Brazen Abbot), la band prog hard rock Kikimora debutta per Frontiers con l’album “For A Broken Dime“.

La band si è già fatta le ossa in numerose esibizioni live, (a partire dalla collaborazione in eventi cross-over con la National Opera Theatres bulgara, nonché suonando con gente del calibro di Joe Lynn Turner e Doogie White). Dopo l’esordio discografico in lingua madre nel 2015 i Kikimora prendono piede nel paese di origine, diventando una delle band più popolari in Bulgaria. Tuttavia solo nel 2021 adottano con “Dirty Nails” la lingua inglese: scelta confermata per il terzo album, il cui numero è riportato in copertina sulla moneta che ritrae l’effigie del sovrano Kikimora III (una sorta di Eddie elfico).

Compagni di avventura di Nikolo Kotzev (che, tra l’altro, è autore di rock opera rappresentate con successo) sono Nikola Zdravkov (Tornado) alla voce, Nikolay Todorov alle pelli, Nikolay Tsvetkov (FFH, Black Hole, Hangover) al basso e Alexander Antov alle tastiere e Hammond.

Nella ricetta elaborata da Kotzev – che ha reclutato solo musicisti di spessore accomunati tra loro e con il medesimo fondatore dalla provenienza da famiglie di musicisti professionisti – approccio e sonorità moderne prendono per mano la tradizione rock classica per creare uno stile musicale attuale, duro e al contempo melodico.
Anche se la band si presenta quale gruppo prog rock la componente progressive in “For A Broken Dime” risulta abbastanza limitata, facendo, invece, la parte del padrone un hard’n’heavy corposo, teso, a volte cupo.

Buona l’apertura di “Bound For Destruction” un pezzo orecchiabile e ben composto, alla Ronnie James Dio, con le tastiere di Antov a legare un riff cattivo alla notevole interpretazione vocale di Zdravkov.
Segue “Spell Of Love”, hard rock classico al 100%, di facile assimilazione, che non può non far presa sugli amanti dell’Hammond. Con la successiva “Fear And Greed” i Kikimora alzano il tiro producendosi in un pezzo serrato con sentori doom.
Edge Of Freedom” parte come una sin troppo scontata ballad ma riserva sorprese, con un chorus ben più potente di quanto lasciava presagire l’incipit ed una azzeccata parentesi progressive.

Have Mercy On Me” attinge alla tradizione hard rock e risulta, nonostante il bridge batta in originalità il chorus, tutto sommato gradevole, anche grazie agli assoli sincroni di Hammond e chitarra solista.
Su un prolungato e cafonissimo stoppato che crea attesa (e sarebbe, quindi, ideale come pezzo di apertura di concerto) la chitarra di Kotzev sforna vibrati e scoop a profusione introducendo l’adorabile “Hit & Run” un concentrato di energia che frulla assieme Whitesnake e Ratt.
For A Broken Dime” introduce un’atmosfera festaiola inedita e subito messa da parte con l’arrivo di “Father To Son”. Il pezzo, che pur vede riscattate le sentimentali strofe piano e voce da un bel chorus alla Dio e dall’immancabile ricamo di tastiere, lascia tiepidi.
Si ritorna alla grinta con “I Am Eternity” e “Nightmare”, brano che suggella, in maniera non eccessivamente originale, la fine dell’album.

Tutto sommato un disco bello, dalle sonorità omogenee e coinvolgenti, che non incontra particolari intoppi questo “For A Broken Dime“, e che, anzi, riserva qualche episodio decisamente convincente.

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