Recensione: For The Kingdom [EP]

Di Roberto Gelmi - 26 Maggio 2014 - 13:28
For The Kingdom [EP]
Band: Unisonic
Etichetta:
Genere: Power 
Anno: 2014
Nazione:
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80

Uno dei supergruppi che ha fatto più sperare i fan dei primi Helloween, puntando tutto sul valorizzare e riscattare “Sir” Michael Kiske da un passato di prove opache (escludendo il primo album solista, gli Avantasia e i Place Vendome sul lato AOR) torna con un EP, in vista del secondo studio album schedulato per l’inizio di agosto. Due inediti e quattro brani live, per un’uscita che ispira ottimismo già dall’artwork steampunk, come uscito da un anime.

For the Kingdom” attacca con un riff roccioso e doppia cassa power metal (ma non avevano eliminato “March of Time” dalle scalette live?!). Kiske parte su registi bassi e un po’ sottotono, accompagnato da chitarre ritmiche à la “Ride The Sky“. Il ritornello è una bomba, pur non proponendo niente di sensazionale, e le linee vocali intessute da Kiske trasudano positività, anche senza sfoderare acuti notevoli. Seconda strofa con doppie voci e il vibrato di Kiske è onnipervasivo. Vaghi sentori di Angra e, al min. 2:45, Kai Hansen regala un assolo da manuale; trovano spazio, inoltre, dialoghi chitarristici maideniani sorretti dal basso di Ward, ma anche fuochi d’artificio in stile Gamma Ray: un minuto di sollazzo metal puro! Notevole anche l’apporto di Kosta Zafiriou (uscito dai Pink Cream 69 dopo venticinque anni di militanza), che macina una drumwork monolitico.

L’inedito “You Come Undone” ha un incipit fotocopia all’opener, con aggiunta qualche abbellimento della 6-corde. Siamo su lidi più hard-rock e Kiske canta di una vita che si disfa («Life can be so frustrating, boring…»). Il refrain è  commovente e quasi aleggia il fantasma dei primi due Keeper of The Seven Keys. Verso metà brano l’assolo con scale discendenti, armonici, fischi e quant’altro, è più che soddisfacente nella sua stereotipata tracotanza. La coda vede un Kiske ispirato, Tobias Sammet non saprebbe fare di meglio nel comporre un pezzo per il suo beniamino.

Le ultime quattro tracce dell’EP sono versioni live di canzoni dell’album di debutto, registrate al Masters of Rock del 2012 in Repubblica Ceca. Niente da segnalare, la prova del quintetto è abbastanza fedele a quanto suonato in studio; Kiske non incanta come in passato, ma non sbaglia un acuto, anche se non li tiene mai a lungo. Francamente pleonastico il tributo wagneriano con sample introduttivo del celebre Walkürenritt: i Manowar se lo possono permette, gli Unisonic non c’azzeccano nulla con il compositore di Lipsia. Molto meglio il classico dei Rayz, “Welcome”, che apre ancora oggi i loro concerti, dopo più di vent’anni!

For The Kingdom è un EP che bissa la qualità del buon “Ignition” del 2012 e rende ancor più calda l’attesa per il prossimo album. Probabilmente quest’ultimo non suonerà in toto power metal e “For The Kingodm” resterà un’isola felice come fu per “Unisonic”, tuttavia ascoltare Kiske su queste sonorità è sempre una delizia per le orecchie.

Nient’altro d’aggiungere, questi Son unici!
 

Roberto Gelmi (sc. Rhadamanthys)

 

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