Recensione: For Those Who Walk The Path Forlorn
Tra i tanti debutti in ambito power/melodic metal che stanno affollando questo scorcio d’estate 2005, ecco arrivare “For Those Who Walk The Path Forlorn” dei tedeschi Saidian. La band, nata inizialmente con il nome ARIA, non appena stabilizza la line-up (nel 2004) si mette all’opera nei Maranis Studios sotto la guida di Vagelis Maranis (già cantante dei Sanvoisen) per realizzare questo primo lavoro sulla lunga distanza. E così nel giro di un anno (o poco più) arriva il contratto con la AOR Heaven e la pubblicazione del cd. La mente principale della band è il tastierista Markus Bohr e il genere di riferimento è, come detto, un power di ispirazione neoclassica molto melodico, dalle sfumature AOR e decisamente ispirato ai Royal Hunt. Il tutto arricchito da qualche richiamo agli Stratovarius e agli Artension (in particolare gli assolo di tastiera richiamano Johansson e Kuprij), e dalla voce di Markus Engelfried alta e pulita, molto adatta al genere proposto.
Diciamolo francamente, la prima cosa che attira di questo lavoro è la copertina: niente draghi, niente spade e niente teschi, solo una graziosa fanciulla poco vestita. E già questo è un buon inizio (almeno per i metal kids) e un sicuro elemento di attrazione mentre si dà una rapida occhiata allo scaffale del negozio di fiducia. Ma i Saidian non si fermano alle apparenze e così ci ritroviamo fra le mani un disco ben fatto sotto tutti i punti di vista: composizioni mature, ritornelli curati e ottima produzione (forse solo i piatti in alcuni frangenti sibilano un po’ troppo, risultando leggermente fastidiosi).
A dire il vero si inizia in modo un po’ scontato con una intro strumentale, evocativa nelle intenzioni ma poco più che insignificante nei fatti, tuttavia già con la successiva Burn down the night si capisce di avere a che fare con un gruppo che ha qualcosa da dire. Il brano, tra i più ammiccanti del disco, si presenta veloce e melodico e credetemi se vi dico che non sfigurerebbe su “Moving Target” dei già citati Royal Hunt! La freschezza e l’immediatezza sono le stesse, così come gli arrangiamenti e l’impostazione delle linee vocali (mancano però i cori tipici della band danese). Sulla falsariga di questo brano troviamo Cry in the Rain e Raging Fire, rispettivamente a metà e a chiusura del disco, altre due piccole gemme dai tempi sostenuti e dalle ottime melodie (se ascoltando la strofa di Raging Fire vi viene da cantare Makin’ a Mess, state pure tranquilli che è tutto normale). Il disco però poggia in realtà le basi sui numerosi mid tempo, debitori verso quel metal melodico di classe che tanti proseliti ha fatto in nord Europa. Tra i più riusciti ci sono Silent Killer, uno dei brani più personali del disco, Heart of Stone, dove sono ancora una volta Andersen e suoi Royal Hunt a fare capolino (scusate la ripetitività, ma a è a loro che i Saidian fanno maggiormente riferimento lungo tutto il lavoro) e Chains of Time, votata maggiormente al verbo degli Artension.
Come avrete capito non è l’originalità l’arma vincente di questo gruppo, ma sono piuttosto la buona vena compositiva e la scelta, una volta tanto, di non riciclare i soliti Helloween e GammaRay. Chi è alla ricerca della band-rivelazione dell’anno quindi è meglio che si rivolga altrove, tuttavia ritengo Saidian un nome da tenere a mente in prospettiva: se riescono a reinterpretare in modo più personale certi stilemi, in futuro potrebbero dare molto di più di un semplice disco “ben fatto”.
Track list:
1. The Path Forlorn (Intro)
2. Burn Down The Night
3. Lonely Nights
4. Silent Killer
5. Heart Of Stone
6. Cry In The Rain
7. Chains Of Time
8. The Only One
9. Raging Fire
Line-up:
vocals: Markus Engelfried
guitars: Rodrigo Blattert
keys: Markus Bohr
bass: Manuel Glassmann
drums: Stefan Dittrich