Recensione: Force of Habit
“Stilisticamente, Immortal Sÿnn camminano tra l’heavy metal e il thrash metal, combinando le influenze di entrambi i generi in un suono formidabile che pulsa potenza” – Randy Radic, Huffington Post (3 agosto 2017)-
“Questo è il metal della vecchia scuola, suonato con evidente passione e un fermo amore per i suoi primi giorni” – Nigel Holloway, Wonderbox Metal (28 lug 2017).
“… se stai cercando una nuova band da provare e di cui innamorarti, fai in modo che Immortal Sÿnn sia quella band” – Dom R., Radio Soglia Massima.
Ed ancora:
“’Force of Habit’ segna anche il debutto integrale del cantante Duel Shape, che si è unito alla band nel marzo 2020, e ha uno stile fortemente influenzato da band come Cinderella, Dangerous Toys e Mötley Crüe”.
Accidenti, ascoltiamolo subito … O ‘Force of Habit’ è come il famoso film sulla corrazzata Potëmkin oppure questi Immortal Sÿnn sono dei geni!
Né l’uno né l’altro: quello che gli Immortal Sÿnn fanno è un mix di Thrash ed Heavy Metal stradaiolo, influenzato sia dai Death Angel e dagli Anthrax che da Ratt, Keel e Motley Crue.
L’idea di mettere assieme due generi relativamente agli antipodi non è male di per sé; è il risultato che non è il massimo.
Di fatto, quello che si percepisce non è tanto la ricerca dell’originalità, quanto un tentativo di voler piacere a tutti, suonando a largo spettro comunicativo. C’è l’orecchiabilità da mainstream nella disperata ‘Anamnesis’, c’è la rabbia nel Thrash di ‘F.U.D.C’, ‘The Ballad of Marvin Heemeyer’ e ‘Nuclear Terror’, si sente una certa strafottente ribellione nel Fuckin’ Metal di ‘Satan’s Tavern’ e ‘Denver Nights’ e c’è pure ‘The Mailman Song’, un folle scherzo Hardcore alla S.O.D. o Nuclear Assault.
Insomma, c’è di tutto, ma, se si esclude una manciata di pezzi effettivamente intriganti, come le citate ‘The Ballad of Marvin Heemeyer’, ‘Nuclear Terror’ e ‘Satan’s Tavern’, la qualità generale è mediocre e di scarsa presa.
Si sente un potenziale, in particolare in certi inserti che vogliono uscire dagli schemi, come il giro di valzer che accompagna una narrazione in ‘F.U.D.C.’, il momento acustico e l’assolo introspettivo di ‘Force of Habit’ od il flauto folk (suonato da Marisol Vazquez) di ‘Whiskey II: The Wrath of Corn’, affossati però da altrettante sbavature, come una certa ripetitività delle andature Thrash e la voce di Duel Shape quando cerca di assomigliare a Vince Neil.
In definitiva, c’è del lavoro da fare … soprattutto se si vuole dire così tanto.
Diamo comunque fiducia agli Immortal Sÿnn, che si stanno ancora consolidando in un momento dove non è semplice aggregarsi (di fatto il disco è suonato quasi per intero dal batterista Axel Berrios e dal chitarrista Tony Z. Il nuovo bassista Frantz Pierre e il chitarrista Brad Wagner si sono uniti alla band a lavoro quasi completato, riuscendo a comparire solo in alcune tracce). Come dicevo prima, il potenziale c’è, si tratta solo di farlo uscire. Per ora il giudizio è, a malincuore, scarsamente sufficiente.
‘Force of Habit’ è stato registrato e mixato presso i Rusty Sun Audio a Parker, CO con l’ingegnere Nick Nodurft ed è stato masterizzato da Jason Livermore (NOFX, As I Lay Dying, The Casualties) presso i The Blasting Room a Ft. Collins, CO. La copertina è stata disegnata da Mike Learn (Megadeth, Trixter, Grateful Dead).