Recensione: Forever Free
Una spietata macchina da guerra. Questo potrebbe essere il giusto paragone per i Saxon targati anni ’80, decade durante la quale, gli “Stallions of the Highway” hanno saputo letteralmente sfornare dischi di caratura elevatissima, caratterizzati da un inconfondibile sound, divenuto oramai, nel tempo, un Loro marchio di fabbrica, oltre a rappresentare un esempio per molti gruppi del filone heavy che si sono affacciati, o si affacceranno più tardi, sulla scena più classica del metallo pesante.
Oltre all’omonimo, infuocato debutto del 1979, i Nostri hanno saputo regalare al mondo dell’HM veri e propri classici insormontabili del calibro di ‘Wheels Of Steel’ (1980), ‘Strong Arm Of The Law’ (1980), ‘Denim And Leather’ (1981) e ‘Power And The Glory’ (1983), passando poi per i toni più sperimentali, melodici e tipici del class metal (ma comunque affascinanti) dello stupendo ‘Innocence Is No Excuse’ (1985), fino ad arrivare alle sonorità maggiormente criticate di ‘Rock The Nations’ (1986) e ‘Destiny’ (1988).
Così, proprio all’inizio della nuova decade, dopo il più che discreto ‘Solid Ball Of Rock’, i sassoni guidati da Biff Byford e Paul Quinn (ma qui anche da Graham Oliver, anche se non per molto tempo ancora) tornano due anni dopo con questo ‘Forever Free’, album che non annota di certo variazioni di stile nelle sonorità del gruppo, provando a proseguire la strada intrapresa con i lavori di fine anni Ottanta, senza però tralasciare la proposta di un heavy metal dal sapore classico.
La prima parte del lavoro risulta essere assolutamente elettrizzante, con quattro pezzi veramente degni di nota : ‘Forever Free’, ‘Hole In The Sky’, ‘Just Wanna Make Love To You’ (curiosa cover di Willie Dixon) e ‘Get Down And Dirty’, riescono pienamente a sollecitare l’orecchio dell’ascoltatore, grazie alla loro velocità esplosiva e alla dirompente aggressività, unita comunque a un certo grado di orecchiabilità, al quale Byford e soci ci hanno abituato dai tempi di ‘Innocence Is No Excuse’. Una miscela, devo dire, assolutamente efficace e coinvolgente, resa indubbiamente ancora più interessante dalla sempre carismatica voce del biondo Biff, che sembra non perdere mai un colpo dietro al microfono, non risparmiandosi mai quando si tratta di aggiungere un po’ di grinta e di cattiveria.
Senza dubbio atipica, per quanto riguarda il classico Saxon-sound, si rivela essere ‘Iron Wheels‘, una dedica che Byford ha voluto fare al defunto padre (riprendendo inoltre parte del testo di ‘Calm Before The Storm‘ presente su ‘Destiny’), la quale, rispetto all’inizio del disco caratterizzato da riff taglienti e granitici, si distingue in modo evidente per l’utilizzo delle chitarre acustiche – non certo una consolidata abitudine per la band dello Yorkshire – le quali, nonostante tutto, riescono comunque a confezionare un pezzo abbastanza originale, dal tono piuttosto malinconico e struggente.
Come è ovvio pensare, questa “pausa ritmica” non poteva certo durare a lungo, così come dimostra la seconda parte del lotto, la quale si riaccende in tutta la sua carica adrenalinica : ‘One Step Away’, ‘Can’t Stop Rockin’ , ‘Nighthunter’, ‘Grind’, ‘Cloud Nine‘, spingono nervosamente sull’acceleratore, con la coppia di asce Quinn/Oliver che si dimostra abbastanza ispirata, riuscendo a fornire una prova di livello, confermandosi ancora una volta come una delle migliori (purtroppo anche delle più sottovalutate) che il panorama heavy ricordi.
In conclusione, se cercate un capolavoro che possa farvi rivivere le atmosfere uniche e irripetibili di autentiche opere d’arte come ‘Wheels Of Steel’ o ‘Strong Arm Of The Law’, potete tranquillamente trascurare il qui presente Fortever Free, se invece vi accontentate di un disco discreto, senza molte pretese e che si lascia ascoltare con piacere, fa decisamente al caso vostro. Ascolto consigliato.
Luca “El Pata” Corsi
Tracklist :
01. Forever Free
02. Hole In The Sky
03. Just Wanna Make Love To You
04. Get Down And Dirty
05. Iron Wheels
06. One Step Away
07. Can’t Stop Rockin’
08. Nighthunter
09. Grind
10. Cloud Nine
Line Up:
Biff Byford – Voce
Paul Quinn – Chitarra
Graham Oliver – Chitarra
Nibbs Carter – Basso
Nigel Glockler – Batteria