Recensione: Forged In Fire
“Certo che alcune bands sono proprio sfortunate!” penso io ogni volta che ascolto questo strepitoso Forged In Fire. Eh sì, gli Anvil sono una tra le (se non la) band più meritevoli di raggiungere il successo. Invece, il gruppo capitanato dal grande cantante/chitarrista Steve “Lips” Kudlow, è ad oggi un fenomeno per lo più di nicchia – resurrezioni recenti escluse -, pur essendo un complesso tra i più talentuosi in ambito heavy metal.
Piccolo riepilogo: la band si forma nel 1977 in Canada con il nome di Lips, poi cambiato in Anvil per problemi legati al copyright. Esce lo stesso anno l’esordio Hard’n’Heavy, caratterizzato da un roccioso heavy rock, ma scarsamente tecnico. Questa lacuna è stata poi colmata col successivo, ottimo Metal On Metal (1982), contenente canzoni del calibro della title-track e “Mothra”.
Forged In Fire esce nel 1983 e rappresenta per me l’album migliore del combo canadese, anche rispetto ai più famosi album sopracitati. Questo lavoro unisce potenza, velocità e melodia in maniera ineccepibile.
Si parte con la title-track, caratterizzata da un metal cadenzato e cattivo, il cui ritmo è scandito dalla potente e virtuosa batteria di Robb Reiner e dal riff lento scaturito dalla chitarra di Lips. Un guitar solo impreziosisce questa incredibile canzone, che da sola varrebbe l’acquisto dell’album, e si tratta di uno dei brani peggiori (sempre se si può usare questa parola per un disco come questo)!
Una scala vorticosa ci introduce all’ascolto di “Shadow Zone”, esempio di speed metal suonato alla perfezione: Il ritornello è la classica ciliegina sulla torta, uno dei più coinvolgenti che abbia mai sentito. Decisamente NWOBHM-oriented “Free As The Wind”, che presenta molte analogie con gli Iron Maiden, in particolare il riff richiamante “Transylvania” e lo stile vocale che ricorda molto Bruce Dickinson. A dir poco splendido il lungo solo di chitarra centrale, specialmente nella parte più lenta. “Free As The Wind” è senza dubbio la traccia migliore dell’album, e una delle migliori degli Anvil in generale.
“Never Deceive Me” è un altro ottimo episodio, questa volta influenzato dal prog metal riproposto dai Rush di quel periodo, che non si allontana comunque dal roccioso hard’n’heavy che da sempre contraddistingue la band. Il cantato di Dave Allison (chitarrista ritmico della band) si alterna alle poderose rullate di Reiner, che ci regala la sua migliore prova. Incombe ancora l’ombra degli Iron Maiden nelle successive “Butter-Bust Jerky” e “Future Wars”, caratterizzate da un ritmo serratissimo (nella prima in particolare) dettato ancora una volta dalla doppia cassa di Robb Reiner, che picchia furiosamente sulla sua batteria senza un calo d’intensità. Inutile sottolineare la prova di Lips in entrambi gli episodi, nel secondo sfodera addirittura un cantato quasi in growl, cosa praticamente impensabile all’epoca.
Riff cattivissimo per “Hard Times – Fast Ladies”, la canzone più aggressiva dell’intero Forged In Fire, e dotata dell’ennesimo grande ritornello. Particolare il cantato acuto che contraddistingue alcuni momenti della canzone, e fantastico e trascinante il solo di chitarra, da puro headbanging!
La successiva “Make It Up To You” si ispira chiaramente agli Scorpions di fine anni ’70 nelle melodie e nell’assolo di chitarra, nonostante sia presente una sia presente una sezione prima di esso più aggressiva.
L’album è chiuso da due canzoni di elevatissimo livello, “Motormount” e “Winged Assassins”. Sono caratterizzate entrambe da ritmi tipicamente thrash metal, velocissimi, e da una prova eccellente di tutti i membri della band, Robb Reiner in primis, la cui batteria genera rullate su rullate, una più veloce dell’altra, e sono presenti come sempre ottimi guitar solo, in tutte e due le canzoni.
Così finisce Forged In Fire, un’opera, signori miei, completa, ineccepibile, che spazia dall’hard rock classico al thrash metal per cui il 1983 fu un anno così determinante.
Riprendo ciò che ho detto prima, cioè che gli Anvil sono una tra le bands più talentuose della storia, ma con poco successo a livello di pubblico. Ascoltando la loro discografia ho però concluso che forse è stato meglio così. In fondo, come tutti voi potrete confermare, sono rarissimi i casi in cui gruppi famosi non sfornano mai un flop (vedere Metallica, Judas Priest, Europe), ed è stata forse la poca fama a far sì che gli Anvil si mantenessero coerenti in trent’anni d’attività senza cedere alle tentazioni del denaro… Infatti la band ha sfornato un disco credibile dietro l’altro, dal primo Hard’N’Heavy all’ultimo This Is Thirteen.
Continuate così, ragazzi!
Federico Reale
Tracklist:
01 Forged In Fire
02 Shadow Zone
03 Free As The Wind
04 Never Deceive Me
05 Butter-Bust Jerky
06 Future Wars
07 Hard Times – Fast Ladies
08 Make It Up To You
09 Motormount
10 Winged Assassins
Line-up:
Steve “Lips” Kudlow – Lead Guitars, Lead Vocals
Robb Reiner – Drums
Ian Dickinson – Bass
Dave Allison – Rhythm Guitars, Background Vocals