Recensione: Fra li Monti Sibillini

Di Alessandro Rinaldi - 17 Febbraio 2025 - 15:00
Fra li monti Sibillini
Band: Hesperia
Etichetta: Hammerheart
Genere: Black 
Anno: 2025
Nazione:
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83

Con la deposizione di Romolo Augustolo, nel 476 d.C., si pone fine all’Età Antica ed inizia il Medioevo, e con essa anche la prima idea embrionale di Italia e italianità, che tendeva a coincidere con Roma.

Viene recuperata una vecchia parola, utilizzata dagli antichi greci: Esperia, termine che sta a significare “terra d’Occidente”, quindi, un concetto prettamente geografico. Latinizzato in Hesperia, assume un altro connotato, più complesso: è il nome che raccoglie l’eredità dell’Antica Roma e va ad indicare il primo e compiuto concetto di italianità.

Dietro il progetto di questa one man band nata nel 1997 c’è il polistrumentista Hesperus, la cui discografia è ricca di riferimenti e omaggi alla nostra storia, tradizione, cultura e folclore a dispetto di una tendenza che vede un numero sempre maggiore di band, pervase da spirito esterofilo, appropriarsi di elementi non attinenti al proprio background e utilizzarli per progetti musicali. E nei nostri sepolcri – qui inteso come figurativo monumento al glorioso passato dell’Italia – c’è parecchio da raccontare ed in effetti, Hesperus ha già battuto questa strada, con i suoi precedenti lavori sull’antica Roma e l’Eneide.

Fra Li Monti Sibillini è una corposa opera, composta da ben 14 brani per una durata complessiva di poco superiore ai settantacinque minuti, quindi, qualcosa che travalica sensibilmente gli standard del genere. L’artwork ritrae il grande protagonista di questo disco, Hesperus, in un bosco innevato, vestito secondo i canoni del puro blackster anni ’90, con tanto di corpse paint e una mazza di burzumiana memoria: un’anticipazione di quello che a breve ascolteremo.

Prima di iniziare a vivere questa epopea, dovete salire sulla macchina del tempo di Herbert George Wells e viaggiare a ritroso e fermarvi nel medioevo, l’epoca in cui la superstizione che si univa alla “reliragione”, vedeva e creava mostri ben più pericolosi di quello che effettivamente erano.

Diversi i riferimenti ad alcuni luoghi magici, come ad esempio la Grotta della Sibilla (o Grotta delle Fate), considerata luogo d’accesso al Regno dell’antica e potente Maga in grado di predire il futuro. Oppure il lago di Pilato: alla morte del funzionario romano – che ha avuto un ruolo decisivo nella crocefissione di Gesù – secondo la leggenda, il suo corpo sarebbe stato affidato ad un carro trainato da bufali; questi, impazzirono, correndo verso il lago, e gettandovisi dentro. A questa leggenda ne seguirono altre come, ad esempio, quella del soldato posto a guardia della salma di Ponzio Pilato trasformato in roccia, o delle streghe, negromanti e creature magiche che abiterebbero il luogo.

Fra Li Monti Sibillini è un film da ascoltare, un immenso e immersivo viaggio nel medioevo italiano di cui Hesperus è il bardo con una proposta originale, matura e molto coraggiosa. C’è un diffuso e sistematico utilizzo dell’elemento atmosferico, in cui il polistrumentista italiano ripropone delle sonorità che rievocano il periodo storico di riferimento, accompagnati a dei rumori che danno l’impressione di essere parte di questa esperienza, come ad esempio i passi sulla neve che si sentono nel preludio Fra Le Nevi Dei Monti Sibillini. L’effetto cinematografico del disco si rafforza anche con l’uso del parlato, presente in diversi passaggi, talvolta anche a scopo didascalico, come ad esempio con Le Grotte Della Sibilla Atto I: L’Arrivo All’Hostaria, in cui l’oste accoglie il cavaliere e ci spiega la ragione del suo arrivo e di ciò che troverà nel luogo che desidera raggiungere. Tutti questi aspetti, sapientemente miscelati, creano una particolare malia, che dà l’impressione a chi ascolta di vivere, quasi spiando, la storia narrata nel disco.

E poi c’è il black metal, di puro stampo anni ’90, oscuro, quindi adatto alle tematiche affrontate, tecnico e potente, apparentemente reso più dolce da quegli elementi decorativi sopracitati. Un sound vicino a quello degli Immortal, in cui non mancano elementi più ritmati, come ad esempio in  La Grotta De La Sibillia Atto II: Il Regno De La Sibilla o Mons Daemoniacus: Nero Paese De La Scomunica.

Con Fra Li Monti Sibillini, il progetto Hesperia brilla di una luce nuova, più intensa perché contornata da un’oscurità più nera che mai, un disco che non faticherà ad entrare nella top ten dell’anno per parecchi dei nostri lettori. Un disco completo, maturo e ricco che disegna un’esperienza musicale tra storia, folclore e note musicali, intrattenendoci con piacevole entusiasmo.

E con una morale: la “reliragione” e la superstizione legata alla stessa portano conseguenze nefaste verso tutti coloro che sono diversi.

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