Recensione: Fragmenta
L’ondata prog metal che fu protagonista della parte centrale degli anni novanta si allungò anche sull’Italia. Tra i nomi che emersero ci fu quello degli Helreidh, autori di un EP (“Fingerprints of the Gods”) e di un full length (“Memories”) tra il 1996 e il 1997.
Nonostante l’ottima qualità dei due lavori, la band vide un lungo periodo di inattività che viene ora ad interrompersi con questo “Fragmenta”.
Dei membri originali del gruppo i soli Yorick (chitarra) e Luca Roggi (batteria) ritornano nella line-up degli Helreidh targati 2012. I nuovi membri sono Max ‘The Voice’ Bastasi (autore di una prova magistrale), Aligi Pasqualetto alle tastiere e Francesco ‘Frana’ De Paoli (ex Raising Fear) al basso.
Sonorità prog metal, dunque. Ed è prog metal di buona fattura quello di “Fragmenta”. Il disco vive di atmosfere cangianti, ben orchestrate dalla band, che denota così la sua esperienza, sapendo miscelare con gusto soluzioni personali e rimandi a band quali i primi Dream Theater e i migliori Kamelot.
Questi ultimi, soprattutto, sembrano essere il riferimento principale degli Helreidh. Tuttavia, “Fragmenta” sa spiazzare l’ascoltatore ansioso di assegnargli una facile etichetta, proponendo di continuo scelte non banali che hanno il pregio di mantenere alta l’attenzione e, in ultimo, piacevole l’ascolto.
Un andamento frammentario nel senso più positivo del termine: solo una band di personalità è in grado di accostare ritornelli power, suite prog e dolci melodie fatte di tastiere, chitarre acustiche e pianoforte, senza scadere nella noiosa ripetizione di stilemi abusati. La sensazione che resta nelle orecchie alla fine di “Fragmenta” è quella di una profonda unità di fondo capace di motivare l’accostamento, a tratti stridente, delle tessere diverse che compongono il quadro complessivo.
Dopo una bella intro (“Exordium: Fragmenta”), il disco propone i due pezzi più debitori nei confronti del modello Kamelot. “In hoc signo vinces” colpisce per soluzioni melodiche tanto immediate quanto non canoniche, mentre “Ex Visionibus…Fatus” è una vera suite che accosta momenti tipicamente power (oserei dire “italianamente power”) a parti strumentali prog metal, unite ad una grandeur propria del prog più magniloquente ed epico, con qualche rimando alla classicità dei Savatage.
Laddove il recensore pensa d’aver individuato la chiave interpretativa, “Fragmenta” gioca la carta “Orfeo’s Lament”, che spariglia il gioco con la sua melodia da grande ballad capace di sposare la potenza del metal con linee melodiche così tanto italiane.
Si torna su lidi prog metal con “Exile (We Mot Delen Ato)”, che suona come il pezzo meno convinto e convincente, alternando ottime intuizioni a una struttura d’insieme poco coesa.
“Shades of my Untimely Autumn” è una ballata dai toni medievali: brava la band a gestire una canzone che vive intorno a una delicata melodia ben valorizzata da un arrangiamento non invadente e di gusto notevole.
“Zep Tepi” è un magnum opus di livello, una suite dinamica che sente e un po’ subisce l’influenza dei Dream Theater di “Images and Words” (“Learning to Live” deve piacere molto agli Helreidh).
Infine, “Congedum: Whispers from Outer Space” è una outro atmosferica che chiude un lavoro ben fatto.
Pur immersi nella ortodossia del genere, gli Helreidh denotano una buona personalità e, soprattutto, tratti di riconoscibilità e, dunque, segni di distinzione dalla massa di band che affollano il panorama metal odierno.
“Fragmenta” è un disco che ha le carte per varcare i confini nazionali, senza snaturare il carattere tutto tricolore del prodotto accodandosi a trend esteri, ma anzi sapendo far incontrare certe caratteristiche del metal di casa nostra con il livello richiesto a una band prog metal nel 2012.
Nota a margine – Per amor di precisione e scrupolo personale, ci piacerebbe sottolineare due piccole note linguistiche. A nostra conoscenza, la parola “congedum” non esiste nel lessico latino; egualmente, ci pare che nel titolo “Ex Visionibus…Fatus”, la band voglia riferirsi al fato/destino, che in latino è il “fatum”, mentre “fatus” significa “detto” (come participio passato di “dire”)…
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Tracklist:
01. Exordium: Fragmenta
02. In Hoc Signo Vinces
03. Ex Visionibus….Fatus *
04. Orfeo´s Lament *
05. Exile (We Mot Delen Ato)
06. Shades Of My Untimely Autumn
07. Zep Tepi *
08. Congedum: Whispers From Outer Space
Line Up:
Yorick – Chitarra
Francesco “Frana” De Paoli – Basso
Max Bastasi – Voce
Aligi Pasqualetto – Tastiere
Luca Roggi – Batteria