Recensione: Frame Of Us
Cosa si diceva? Scena melodica italiana in costante crescita e fermento?
Proprio così…
Ancora un buon gruppo tricolore, ancora AOR, ancora un nucleo di musicisti che abbraccia in modo dichiarato e manifesto il suono tipico degli anni ottanta e, giusto per non smentire la notevole caratura delle band di casa nostra, ancora risultati decisamente interessanti e carichi d’eccellenti potenzialità.
Questa volta il puntatore del nostro TomTom ci conduce dalle parti dell’eterna capitale, alla scoperta di un combo di recentissima costituzione che proprio nella città capitolina ha avuto la propria origine.
Nati dall’incontro tra Marcello Catalano, Franco Casini e Lorenzo Milone – rispettivamente voce, chitarra e batteria – nel corso del 2009 in quel di Roma, gli 8-is non lasciano scampo sin dal moniker scelto, ad alcun dubbio relativo alla direzione stilistica intrapresa. “8-is” come “eighties”, ovvero quegli “ottanta” che nelle fantasie e nell’immaginario d’ogni seguace del rock vecchia scuola, rivestono ancor oggi una valenza mitica, assumendo le sembianze di un eldorado fatto di suoni corposi e spensierati, atmosfere avvolgenti e passione romantica.
Tutti elementi reperibili a vario titolo all’interno della proposta del trio romano, in una miscela che materializza, una ad una, quelle che potrebbero essere definite le influenze basilari nella realizzazione di un buon album ispirato ai classici scenari melodici di un’epoca che, oggi più che mai, appare oggetto di revival ed apprezzata riscoperta.
Boston, Journey, Strangeways, Chicago, Toto, Survivor e Dakota, nomi di prestigio che con ogni probabilità devono aver da sempre un posto di riguardo nel novero delle preferenze degli 8-is, tanto è evidente e marcata, la derivazione stilistica di cui ne è profondamente intriso il songwriting.
“Frame Of Us”, primo full length autoprodotto, si anima di suggestioni ed atmosfere che molto spesso abbiamo ascoltato con piacere nelle produzioni dei grandi del genere. Partendo direttamente da questa semplice considerazione, gli elementi utili a decretare il debut album del gruppo italiano riuscito senza troppi approfondimenti, paiono notevoli ed in buona quantità. Le conferme sono però supportate prioritariamente dall’ottimo profilo artistico messo in mostra, sintesi di buona confidenza con gli strumenti, elevato gusto compositivo ed indubbia sensibilità per armonie orecchiabili e di pronta presa, che per la gran parte dei dieci brani presentati, spiccano con decisa immediatezza. Ben delineata inoltre una grande cura ed attenzione per gli arrangiamenti, studiati in modo da uniformarsi quanto possibile alle sensazioni caratteristiche dei celebrati anni ottanta.
Il disco propone una partenza davvero di grande impatto ed intensità. L’ottima apertura affidata ad una serie di brani come “Everlasting Love”, “I’ll Be There”, “Lady”, “The Final Courtain” e “Fallin’ In Your Eyes”, scalda gl’animi scivolando come meglio non potrebbe nel mood ideale per una release di questo tipo, accogliendo riflessi di Strangeways, Toto, Chicago, Pride Of Lions e Survivor, in una collezione di melodie accattivanti ed orecchiabili, talvolta dai risvolti notturni, in altri casi, maggiormente vitali e cariche di solare positività.
Più soffusa e rilassata la seconda parte del cd. Emozioni spesso intimiste, toni meno urgenti e ritornelli dal sapore westocoastiano, sottolineano un incedere meno movimentato, in cui non tardano ad emergere sentori un po’ jazzati alla Bill Champlin e Chicago, senza perdere di vista continui rimandi all’AOR “romantico” di chiara estrazione americana.
Perfetto sino alla bellissima “If You Turn Around”, traccia che un po’ rimembra alcune cose dei Blue Tears, “Frame Of Us” si accomiata con un trio di canzoni dotate di minor fascino – seppur mai definibili di scarso valore – più sfumate nei toni, dai cori vagamente ripetitivi e, in qualche misura, meno “efficaci” se rapportate all’eccellente panoramica mostrata negli episodi precedenti.
Particolari tutto sommato secondari, in virtù di un complesso che in definitiva si presenta ben costruito e non privo di motivi d’interesse ed a cui, come ovvio, sono più che perdonabili alcuni filler naturalmente fisiologici.
Detto di una voce, quella del singer Marcello Catalano, davvero molto espressiva ed adatta al tipo di musica proposta e di una produzione dei suoni eccellente per quella che è, in fin dei conti, una release autonoma, le considerazioni finali, alla spicciolata, sono giusto un paio.
“Frame Of Us” è effettivamente un prodotto di primissima fascia, competitivo ai massimi livelli nel settore d’appartenenza e completo in ogni fondamentale, confezione inclusa, degno antagonista di una qualsiasi uscita targata Frontiers, Escape o Avenue Of Allies (label che, ne siamo certi, avranno già puntato il “mirino” sul terzetto romano).
Gli 8-is infine, confermano ancora una volta, se mai fosse ancora necessario, come sul territorio della nostra amata penisola sia sempre più consistente il numero di talenti, attivi in campi melodici, di ottimo valore e bravura, pronti ed in semplice attesa di essere scoperti e portati alla luce.
Come spesso si è soliti affermare in questi casi: “se io fossi un discografico”…
Per contatti: info@hetaproduction.com
Discutine sul forum nel topic dedicato all’Hard Rock / AOR Tricolore!
Tracklist:
01. Everlasting Love
02. I’ll Be There
03. Lady
04. The Final Courtain
05. Fallin’ In Your Eyes
06. On And On
07. If You Turn Around
08. In My Life
09. Back To You
10. Tomorrow Comes Tonight
Line Up:
Marcello Catalano – Voce
Franco Casini – Batteria
Lorenzo Milone – Chitarra
Hanno collaborato:
Andrea Casali – Basso
Emanuele Casali – Tastiera