Recensione: Freedom Metal

Di Fabio Vellata - 20 Dicembre 2008 - 0:00
Freedom Metal

Datati, poco propensi a compromessi, incuranti delle mode e follemente underground.

Un identikit davvero perfetto per gli americani Bible Of The Devil, esperta band da sempre assidua frequentatrice di stilemi antiquati e di chiara derivazione NWOBHM.

Una bandiera portata con orgoglio lungo la bellezza di cinque album, a dimostrazione di una coerenza ed un’onestà che, ben lontane da qualsivoglia brama di successo, hanno garantito al gruppo di Chicago doverosi tributi di stima ed ammirazione pur se, in un universo musicale tanto ricco e ribollente come quello odierno, inevitabili conseguenze di un ruolo meramente di nicchia.

“Freedom Metal” è esattamente ciò che un appassionato di suoni retrò desidera ascoltare ed è, allo stesso tempo, tutto quello che un amante della personalità rifugge con terrore.
Songwriting, cantato, suoni, atmosfere. Tutto è riconducibile agli albori della grande epopea dell’heavy classico, quello dominato certo dai Maiden, ma popolato poi da entità divenute mito come Dio, Thin Lizzy, Angel Witch e Saxon, capisaldi inconfondibili di un’era dorata, dal fascino immutabile e duraturo nel tempo.
Gli otto pezzi offerti tuttavia, nella loro smaccata e finanche poetica veste “old fashioned”, sono sfortunatamente vittime della loro stessa natura. Nascono cioè già “vecchi” e per tale ragione, sin dal primo, immediato, accordo, non riescono ad incidere come vorrebbero, risultando assai prevedibili e scontati nella rincorsa di stereotipi che, in un modo o nell’altro, anche il musicofilo meno avvezzo a tali sonorità, ha avuto in testa e nelle orecchie già centinaia di volte.

Inutile dire quindi, che il rischio, tangibile e tutt’altro che raro, è rappresentato dal concretizzarsi di momenti in cui è la noia a farla da padrona, scomoda ed ingombrante compagna di viaggio di un album, nelle intenzioni, concepito per accendere e scuotere gli ascoltatori.
Canzoni lunghe ed articolate come l’iniziale “Hijack The Night”, “The Turning Stone” e “Greek Fire”, danno in tal senso, l’esatta dimensione della proposta, fornendo un quadro chiaro ed inequivocabile.
Un collettivo di musicisti molto preparati strumentalmente che, alla resa dei conti, risulta intento semplicemente ad omaggiare i “grandi antichi”, cercando di non “sgarrare” con eccessivi personalismi pur di mantenersi fedele ai dogmi promulgati all’origine.
“Ol’ Girl”, “Night Oath” e “Womanize” scorrono senza grossi intoppi, è vero.
Ma il dubbio, una volta terminati i quarantuno minuti di durata di questo “Freedom Metal” è uno solo. Varrà la pena riascoltarlo di nuovo?

Un vero peccato in fondo. Considerata l’esperienza e le doti, era decisamente lecito pretendere di più.
Se non un disco memorabile, quantomeno una serie di composizioni meno statiche e derivative, beneficiate, ove possibile, da alcuni spunti di maggior carattere.

Integralisti e romantici, i Bible of The Devil sono così. Autentici e sinceri, prevedibili e scontati.
Prendere o lasciare.

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Tracklist:

01. Hijack The Night
02. Night Oath
03. The Turning Stone
04. Womanize
05. Heat Feeler
06. Ol’Girl
07. Greek Fire
08. 500 More

Line Up:

Mark Hoffman – Voce / Chitarra
Nate Perry – Chitarra / Voce
Darren Amaya – Basso
Greg Spalding – Batteria