Recensione: Frenzy

Di Vito Ruta - 4 Novembre 2020 - 0:05

“Frenzy” è l’opera prima degli Holy Roller Baby, gruppo formatosi nel 2017 ad Austin.

Contaminazione è la parola d’ordine della band texana, il filo conduttore dell’intero album e la caratteristica di ogni singolo pezzo.
Nell’architettura musicale degli Holy Roller Baby, che hanno come basamento l’hard rock anni 70, trovano posto le più disparate influenze dal blues al southern, dal rock psichedelico al progressive, il tutto condito con un pizzico di funky. Le undici tracce di cui si compone il full length, interpretate col fervore religioso indicato dal titolo e con attitudine soul, offrono testi focalizzati su quello che significa essere e rimanere umano nell’odierna società, caratterizzata da molteplici divisioni.

La prima traccia “Leper Blues Spread Your Love Around”, di indubbio valore, costituisce il manifesto programmatico dell’album. Il riff iniziale hard rock di vecchia scuola cede il passo, all’attacco della voce, ad atmosfere psichedeliche, si concede una disgressione progressive, e dopo fraseggi di chitarra melodici, strizza l’occhio al funky per arrivare ad una reprise hard. L’estrema varietà e l’alternanza degli stili utilizzati rappresenta il pregio del pezzo, ma allo stesso tempo ne costituisce il limite (considerazione che può estendersi a tutto l’album) lasciando l’impressione di avere tra le mani un prodotto curato nei particolari, dotato anche di una certa originalità, ma, forse, troppo studiato a tavolino, a discapito della spontaneità.

Più lineari nell’impostazione soul, con impanatura hard rock, la gradevole “Drag The Lake” e la successiva, meno efficace, “Your Body Will Sing”.

“Blue Devil Inn” si muove in ambito tipicamente hard rock e grazie al riff granitico e all’assolo trascinante, risulta essere, una song pienamente riuscita. L’atipica “Run Through the Valley” e “Call You Eve”, sacrifici rituali sull’altare della fusione di generi, sono intervallate dallo straniante strumentale “Paper Tiger” che omaggia le sonorità space rock. La sorniona “Guillotine” è uno tra i pezzi migliori dell’esordio con sonorità attuali, brevi fraseggi blues, ed un vischioso chorus che non riesci a scrollarti di dosso. Dopo l’ulteriore assemblaggio rappresentato da “Id Vicious” arriva “Ravings At Your Window”, altro pezzo top, con un chorus intrigante servito su un letto classic rock e un apprezzabile assolo. Chiude “Mantra” il cui testo, composto da un’unica frase, si presta agli esercizi meditativi richiamati dal titolo.

L’album, nel suo complesso, è un ottimo biglietto da visita per gli Holy Roller Baby che, affinando il carisma ricevuto di sincretizzare i generi musicali da cui attingono, potranno portare a compimento la prefissata e dichiarata ambiziosa missione di condurre, attraverso la loro musica, al miglioramento l’intera umanità.

https://www.youtube.com/watch?time_continue=3&v=NGJhTStNEmk&feature=emb_logo

Ultimi album di Holy Roller Baby

Genere: Hard Rock 
Anno: 2020
76